Treno deragliato a Lodi: indagati 5 operai Rfi

Nel registro degli indagati il caposquadra e i quattro operai impegnati nei lavori di manutenzione allo scambio

Treno deragliato a Lodi: indagati 5 operai Rfi

Per il treno deragliato giovedì mattina alle 5,35 sono ora indagate 5 persone, tutte dipendenti di Rfi: il caposquadra e i quattro operai che si trovavano impegnati nei lavori di manutenzione a uno scambio dell’alta velocità. La procura di Lodi li ha iscritti tutti nel registro degli indagati, dopo aver aperto un’inchiesta per disastro ferroviario colposo, omicidio colposo e lesioni colpose. Nel disastro hanno perso la vita i due macchinisti e sono rimaste ferite 31 persone. L’iscrizione nel registro degli indagati dà la possibilità di poter effettuare accertamenti irripetibili sul treno.

Un errore umano alla base del deragliamento del treno

Il sospetto maggiore è che si sia trattato di un errore umano verificatosi in seguito alla manutenzione non corretta avvenuta poche ore prima del disastro ferroviario. Uno scambio sarebbe stato infatti lasciato in una posizione non idonea. Questo grave errore non è però rilevabile dal sistema centrale di Bologna, proprio perché lo scambio sarebbe rimasto scollegato, cioè fuori rete. Gli inquirenti sospettano che quella operazione sia stata solo comunicata e non effettuata realmente. Il Frecciarossa deragliato è stato il primo treno a passare dopo la manutenzione. Tra le ipotesi vi è quella che gli operai intervenuti, non essendo riusciti a trovare rimedio al guasto da riparare, abbiano pensato di bloccare lo scambio nella posizione dritta, escludendolo poi dal sistema automatico. Facendo come se non vi fosse, proprio perché non sicuri del suo funzionamento.

Lo scambio cancellato

Un esperto ha spiegato il possibile ragionamento fatto : “ Visto che non sono sicuro del funzionamento di questo scambio lo metto sul corretto tracciato, sulla via libera dritta, fai come se non ci fosse. Io operaio lo blocco in questa posizione e tu (da Bologna) non lo puoi manovrare dal sistema remoto, non lo vedi più”. Quasi come se quello scambio non esistesse proprio, cancellandolo dai binari e rendendo la strada dritta. Questo però è fattibile solo in teoria. La pratica infatti ha portato al deragliamento del convoglio che stava viaggiando a 290 chilometri orari. Quando il Frecciarossa è arrivato nel punto della tragedia si è trovato lo scambio curvo che, essendo stato cancellato, ha provocato l’uscita dai binari del treno. Portando alla morte di due persone: il macchinista Giuseppe Cicciù, di 52 anni, e l’addetto delle Ferrovie dello Stato, Mario Di Cuonzo, di anni 59.

A questo punto solo ulteriori indagini e accertamenti potranno confermare l’ipotesi degli inquirenti. Per il momento gli operai indagati avrebbero negato di aver lasciato lo scambio in una posizione non corretta.

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