Sono finiti in manette sei uomini di etnia sinti che lo scorso 4 novembre diedero avvio ad una sparatoria in un parcheggio di Trento, terrorizzando le persone presenti.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, all’origine dell’episodio vi era un’annosa faida fra due famiglie nomadi che andava avanti da tempo. Gli insulti, le ripicche ed un precedente conflitto a fuoco, che si concluse con il ferimento di un uomo ed un processo con relativa condanna, portarono allo scontro sopra citato, avvenuto di sera nel parcheggio dell’ex area Zuffo.
Un gruppo armato di uomini, tutti appartenenti alla famiglia Gabrielli, raggiunsero l’area a bordo di tre automobili, pronti a dare battaglia. Dopo aver pesantemente insultato e provocato la famiglia sinti avversaria, che sostava nel piazzale con il proprio camper, la banda cominciò a sparare, incurante del fatto che nel parcheggio si trovassero anche altre persone innocenti. Si scatenò naturalmente il panico, e venne immediatamente richiesto l’intervento delle forze dell’ordine.
Sul posto accorsero delle pattuglie di carabinieri, ed in breve fu ristabilita la calma. Nonostante i numerosi colpi d’arma da fuoco esplosi, nessuno rimase ferito.
Furono avviate le indagini per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. Nel parcheggio vennero raccolti diversi bossoli di differente tipologia. Due sono le armi da fuoco impiegate nel raid effettuato dalla famiglia Gabrielli. Ad occuparsi delle investigazioni sono stati i militari del comando lacale che, dopo due mesi di interrogatori (talvolta resi difficili dalla mancata conoscenza della lingua italiana di alcuni dei coinvolti), intercettazioni telefoniche e raccolta di testimonianze, hanno potuto incriminare i responsabili. Fondamentale la collaborazione con i carabinieri della compagnia di Riva del Garda (Trento), che stavano già investigando sul gruppo sinti.
L’operazione denominata “Full Dalton” ha quindi portato alle ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip Marco La Ganga, nei confronti di sei uomini. Imputato anche un settimo individuo, ancora latitante.
A finire dietro le sbarre con l’accusa di detenzione e porto abusivo di armi da fuoco il 30enne Olimpio Gabrielli, Oscar Gabrielli e Moreno Gabrielli di 36 e 35 anni, il 47enne Franco Gabrielli, Joseph Gabrielli di 21 anni e Moris Gabrielli di 33.
I primi tre uomini sono stati rintracciati nel campo rom di Ravina, a Trento.
I carabinieri di Salò e di Bressanone hanno invece contribuito all’arresto dei restanti personaggi, che avevano lasciato la città. Sequestrati anche un disturbatore di frequenze, maschere e passamontagna, una scacciacani Olimpyc calibro 9, alcune radio scanner e 6 cellulari: elementi ora al vaglio degli inquirenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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