Il questore aveva deciso di chiudere il locale per quattro mesi. Una scelta contro cui si erano schierati fin da subito i proprietari del Cocoricò, il locale riccionese al centro della polemica per la morte di un ragazzo minorenne per overdose di ecstasy.
Se i titolari avevano subito presentato ricorso al tribunale regionale, sostenendo che la chiusura non avrebbe risolto il problema e che l'azienda andava incontro a un danno molto importante, il tribunale non ci ha però messo molto a rispondere e questa sera ha fatto sapere di non potere accogliere la richiesta di mantenere il Cocoricò aperto.
Il 10 settembre si riunirà la camera di consiglio per valutare collegialmente il provvedimento. Allora il "principio ordinamentale, anche comunitario, di proporzionalità meglio potrà essere apprezzato", ha scritto il tribunale regionale nel suo dispositivo, ma nel frattempo si è fatto avanti anche il Codacons.
L'associazione dei consumatori ha chiesto un incontro al giudice
monocratico e chiesto anche la partecipazione del questore Improta. "Combatteremo contro il tentativo di riformare il provvedimento", ha dichiarato, "e contrasteremo dinnanzi ai giudici del Tar le richieste della discoteca".
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