Trivelle, via libera a nuove piattaforme nel mare Adriatico

Il Consiglio di Stato ha bocciato i ricorsi presentati da Puglia e Abruzzo. Le società petrolifere possono continuare le ricerche con la tecnica dell'air gun

Trivelle, via libera a nuove piattaforme nel mare Adriatico

Via libera alle trivelle e alla costruzione di nuove piattaforme per la ricerca di gas e idrocarburi nel mare Adriatico. Il Consiglio di Stato ha infatti respinto i ricorsi presentati da Abruzzo e Puglia contro il ministero dell'Ambiente e la società Spectrum Geo Lfd che potrà in questo modo riprendere le ricerche con l'airgun, la tecnica utilizzata per trovare idrocarburi nei fondali marini.

Le due Regioni avevano chiesto l'annullamento del parere di compatibilità ambientale rilasciato dal Ministero. La Puglia aveva presentato anche un progetto di ricerca sul monitoraggio e conservazione dei cetacei in Italia e il principio di precauzione in base al quale non ci sono abbastanza elementi per dire se gli airgun sono rischiosi.

"L'airgun, mediante cannoni ad aria compressa, provoca onde sismiche sottomarine in grado di scandagliare i fondali attraverso appositi rilevatori sonori per verificare o meno la presenza di petrolio. Il rumore prodotto da un airgun è pari a 100.000 volte quello di un motore di un jet", ha scritto su Facebook Rossella Muroni, eletta alla Camera con Liberi e uguali, che si è detta anche pronta a promuovere una legge atta a vietare l’utilizzo dell’airgun.

Intanto le

trivellazioni possono riprendere. La sentenza arrivata dal Consiglio di Stato riguarda l’intera costa adriatica, per un totale di 30mila km quadrati, da Rimini a Termoli e da Rodi Garganico a Santa Cesarea Terme.

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