C’è un buco nero nel turismo italiano, settore pesantemente danneggiato dall’emergenza sanitaria prima e dalle misure degli ultimi dpcm poi. Operatori delle piste sciistiche, agenzie di viaggi, guide turistiche. Dal Nord al Sud passando per il Centro, interi comparti sono in ginocchio e chiedono al governo Conte chiarezza e misure straordinarie per tutelare un’economia - quella legata al turismo - che rappresenta il 13% del Pil italiano.
Gli interrogativi sulle piste sciistiche
A cominciare da chi lavora ad alta quota, che teme la chiusura degli impianti proprio a ridosso della nuova stagione sciistica. "La buona notizia è che oggi sta nevicando", scherza Michele Bertolini, Direttore del Consorzio Ponte di Legno-Tonale. I loro impianti - frequentati per un 65% da stranieri provenienti da tutta Europa e per il restante da appassionati di Milano, Brescia, Bergamo, ma anche Emilia Romagna e Marche - avrebbero dovuto aprire lo scorso 30 ottobre, ma hanno posticipato l’inaugurazione della stagione in attesa di chiarimenti. "Stiamo aspettando linee guida condivise da tutte le Regioni che ci indichino le modalità con cui aprire al pubblico". Ma ad oggi di illuminazioni da Conte e i suoi neanche l’ombra; e anzi, nel corso dei giorni gli interrogativi vanno riproducendosi.
Le agenzie di viaggio chiudono i battenti
Chi in questi mesi di crisi è rimasto totalmente all’ombra del dibattito pubblico sono i titolari e i lavoratori delle agenzie di viaggio, che da mesi registrano fatturato zero. Molte di queste hanno già chiuso i battenti. A illustrare la drammatica situazione è Rossella Falcini, titolare della Agenzia Ciclone Viaggi di Firenze: "Da marzo le nostre aziende non lavorano più. E’ vero, a giugno tutto è stato riaperto ma il turismo territoriale transita poco o niente per le agenzie di viaggio. Oggi lavoriamo tra l’80 e l’85% in meno, tanti hanno già appeso la scarpetta al chiodo, non ce la fanno".
Gli invisibili stagionali
E le guide turistiche? Quelle (abilitate) che lavorano in specifici periodi dell’anno e hanno le partite iva? Sono dimenticati. Loro come tanti altri. "Da marzo stiamo cercando di sopravvivere, ci sono persone in cassa integrazione che non vedono un soldo da marzo. Molti colleghi stanno vendendo le loro auto, i loro volumi preziosi, tutto ciò che possono per andare avanti", dice con una certa esasperazione Pietro Melziade, guida turistica abilitata in Campania in rappresentanza della categoria.
Richieste e speranze
Tutti i sembrano uniti in un unico coro: chiedono aiuti concreti, non elemosina. "Quello che ci aspettiamo?", conclude Rossella Falcini. "Che almeno ci arrivino entro metà novembre quei soldi che ci sono dovuti e che risalgono al ristoro del fondo perduto per la nostra attività".
Le fa eco Melziade: "Noi abbiamo fatto al governo proposte di dignità e non richieste di carità: anziché pagare la cassa integrazione che comunque non gli state dando, riconvertite le guide turistiche per garantire la sicurezza ed evitare gli assembramenti. Non fateci morire".Se fate parte di una categoria pesantemente danneggiata a causa del Covid e dalle misure del governo scriveteci a segnala@ilgiornale.it e raccontateci la vostra storia.
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