Cosa è successo realmente lo scorso marzo? Perché tanti decessi concentrati in una sola regione del Paese? E le restrizioni volute da Conte&Co sono davvero servite? Si sarebbe potuto fare diversamente? E ancora. La seconda ondata: è solo fantasia o dobbiamo temerla davvero? Stiamo uscendo o no dal tunnel di una pandemia che, nel giro di pochi mesi, ha messo in ginocchio il mondo intero a livello sanitario, economico e sociale? Molte di queste domande attanagliano probabilmente la maggior parte degli italiani e dei nostri lettori. È per questo che abbiamo sentito l'esigenza di porre tutte questi quesiti ad alcuni virologi, affinché ci aiutino a capire cosa è successo e può succedere nei prossimi mesi.
"Tutti abbiamo sbagliato le previsioni, ma abbiamo la scusante concreta che in quei giorni avevamo solo due pazienti e ci rifacevamo all'esperienza della Sars. Il dopo ci ha smentiti". A metterlo in chiaro, una volta per tutte, è Maria Rita Gismondo, direttore responsabile di Microbiologia Clinica Virologia e Diagnostica dell'ospedale Luigi Sacco di Milano. Abbiamo deciso di iniziare da lei questo ciclo di interviste. Non solo perché sin dall'inizio è in prima linea nella lotta al nuovo coronavirus, ma perché recentemente ha dato alle stampe un libro edito dalla Nave di Teseo, Ombre allo specchio. Bioterrorismo, infodemia e il futuro della crisi, che a nostro avviso ha fatto luce, in modo oggettivo, su quanto sta accadendo. Nelle scorse settimane, insieme a medici e studiosi, come Matteo Bassetti, Giuseppe De Donno, Massimo Clementi, Giulio Tarro e Alberto Zangrillo, è stata tacciata di negazionismo perché ha invitato la comunità scientifica e la politica ad analizzare i numeri per quello che sono. Potrebbero aiutarci a capire cosa ci aspetta nei prossimi mesi. "Siamo tutti abbastanza d'accordo che questa pandemia non abbia ondate ma sia un'unica ondata con qualche movimento temporaneo in alto o in basso", spiega nell'intervista che pubblicheremo domani mattina su ilGiornale.it. Tutto questo non deve farci abbassare la guardia. Anzi. Come pronosticato da David Quammen in Spillover. L'evoluzione delle pandemie (Adelphi), le epidemie sono cicliche e in futturo ce ne dobbiamo attendere anche di più violente. "Passato il Covid-19 comincerà l'inevitabile countdown verso la prossima epidemia", spiega la Gismondo. "Le condizioni globali, soprattutto l'allargamento dei centri urbani verso le foreste, fanno sì che aumentino i contatti tra l'uomo e gli animali selvatici di alcune aree, serbatoio di virus sconosciuti al nostro organismo. Inoltre - continua - l'aumento vertiginoso degli spostamenti della popolazione - da un lato graze ai viaggi aerei, dall'altro per colpa di esodi, guerre e siccità - giocherà un ruolo di acceleratore di possibili contagi".
Senza allarmarci troppo, facciamo un passo indietro e torniamo a concentrarci sul Covid-19. Non è stato ancora sconfitto e i prossimi mesi saranno cruciali per vincere questa battaglia. Per cercare di capire cosa ci attende, magari con uno sguardo agli errori fatti nei mesi passati, ci affideremo appunto a studiosi che metteranno il proprio sapere a disposizione dei nostri lettori.
Per questo vi invitiamo a mandarci le vostre domande, inserendole nei commenti all'articolo: le più interessanti saranno rivolte ai virologi stessi. Nella speranza di aiutarvi a fare chiarezza sul virus che ha rivoluzionato (in peggio) le nostre vite.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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