Il primo a notare qualcosa di strano nell'ultimo video dell'Isis è stato Abu Ibrahim Raqqawi, un attivista di Raqqa, acerrimo nemico sia di Assad che dello Stato islamico.
Come scrive il Corriere, Raqqawi "ha sottolineato sul web due aspetti interessanti sulla fine del pilota giordano. Il primo è legato ad uno dei messaggi del giapponese Kenji Goto. L’ostaggio, poi ucciso, teneva in mano una foto del militare di Amman: si possono notare le sbarre di una gabbia. La scena sembra essere identica a quella apparsa nel video dell’esecuzione. Nello scatto con Goto la vittima ha solo la barba leggermente più lunga, ma potrebbe essere l’esito di un ritocco al computer. I jihadisti hanno commesso qualche errore nella preparazione del filmato? Non potevano usare un’altra immagine?". Domande senza risposta.
Inoltre, ciò che non torna è la data della morte del pilota. Secondo le fonti giordane, il pilota sarebbe stato ucciso il 3 gennaio scorso. Tuttavia, l'8 gennaio scorso Abu Ibrahim Raqqawi riportava, come scrive il Corriere, "la notizia che il militare era stato ucciso proprio quel giorno: Un gruppo di membri dell’Isis a Raqqa sta parlando dell’esecuzione del pilota giordano, che è stato bruciato a morte". Quando è stato ucciso il pilota? Il 3 o l'8 gennaio?
Un'altra stranezza di questo video è l'impassibilità del pilota giordano. Com'è possibile essere così tranquilli quando si sa di morire? La risposta la fornisce l'intelligence americana, che spiega come "molti degli ostaggi sono stati sottoposti a finte esecuzioni probabilmente filmate dai registi dell’Isis. Immagini poi usate o montate a seconda delle necessità. Questo potrebbe spiegare, aggiungono le medesime fonti, perché in alcune situazioni i prigionieri non paiono tradire la minima emozione".
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