L'ex agente della Polfer (polizia ferroviaria) è stato condannato per omicidio preterintenzionale e falsità ideologica a undici anni e quattro mesi di reclusione per la morte di Giuseppe Turrisi, un clochard che bivaccava in Stazione Centrale a Milano e ucciso il 6 settembre del 2008.
Oggi, l'ex poliziotto è stato arrestato a Bogotà, in Colombia, dove si era rifugiato da qualche anno, dagli agenti della Squadra mobile del capoluogo lombardo. La cattura dell’agente è avveuta in collaborazione con l’Interpol.
La Cassazione, nell'ottobre 2014, aveva condannato a dodici anni due agenti per aver massacrato di botte, fino a farlo morire, il senzatetto. "Si è trattato di un pestaggio debordante e selvaggio", aveva sottolineato il sostituto procuratore generale Pasquale Fimiani, il quale aveva ottenuto il passaggio in giudicato del verdetto emesso dalla Corte d'assise d'appello di Milano il 29 gennaio 2013.
"C'è un fotogramma - aveva ricordato il magistrato Fimiani - che inquadra il povero Turrisi mentre entra, vivo e con i suoi piedi, nell'ufficio della Polfer dal quale uscirà portato via in ambulanza". L'uomo è stato ucciso a furia di botte. E "mortale" è stato "un calcio al costato serrato con gli anfibi che gli ha provocato emorragie interne", ha aggiunto Firmiani ripercorrendo le conclusioni della sentenza d'appello. Turrisi morì poco dopo in ospedale.
In primo grado i due agenti erano stati condannati a pene più lievi: il primo a dieci anni di reclusione per omicidio preterintenzionale e il secondo a tre anni per falso.
In secondo grado, invece, le pene erano state inasprite e anche l'altro era stato ritenuto colpevole dell'omicidio. I due poliziotti sono stati anche condannati a pagare le spese di giustizia e a rifondere con 4mila euro le spese dei difensori della parte civile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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