Sono trascorsi poco più di tre anni dalla tragedia nella questura di Trieste, con i due agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta uccisi durante una sparatoria da Alejandro Augusto Stephan Meran. Assolto dalla corte d'Assise triestina lo scorso maggio in quanto non imputabile, il giovane di origine dominicana dovrà trascorrere almeno 30 anni in una Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems). La Procura ha proposto appello verso la sentenza, ma la difesa del killer è pronta a presentare un ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu) nei confronti dello Stato italiano.
Il processo di Trieste
La Corte d'Assise di Trieste ha affidato allo psichiatra Francesco Piani una nuova perizia per stabilire il livello di pericolosità sociale attuale di Alejandro Augusto Stephan Meran. L'esperto avrà sessanta giorni di tempo per depositare la relazione. Come anticipato, a causa dell'elevata pericolosità sociale del dominicano, la sentenza prevedeva il suo ricovero in una Rems. In assenza di posti disponibili, Meran è ancora detenuto in carcere. Come da routine, ogni sei mesi viene rivalutato il livello di pericolosità sociale del giovane per stabilire se la misura è commisurata. "A Meran non è stato consentito di iniziare il suo percorso di cura, che doveva essere garantito nella Rems, mentre si trova precisamente in una struttura che aumenta il suo livello di rischio di pericolosità, come ha rilevato un'altra perizia", la denuncia del suo legale Paolo Bevilacqua. Ed è pronto il ricorso contro lo Stato.
La denuncia della difesa di Meran
"Meran dovrebbe essere in una Rems per cure terapeutiche, invece è in carcere da tre anni. Avrebbe potuto curarsi ma gli è stato impedito. Abbiamo pronto un ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu) nei confronti dello Stato italiano per denunciare la palese inadempienza di principi non solo costituzionalmente garantiti ma anche ribaditi dalla Cedu", il j'accuse dell'avvocato ai microfoni dell'Ansa. Il legale ha ricordato inoltre che lo Stato recentemente è stato condannato dalla Cedu per un caso analogo:"La persona assolta come inferma mentale va curata in un sistema istituzionale sanitario, non carcerario, per garantire il suo diritto alla salute e la Cedu ha stabilito che sia in capo allo Stato italiano trovare soluzioni alternative adeguate se le Rems sono piene. Serve un piano terapeutico per il recupero della patologia mentre si provvede al confinamento di individui ritenuti socialmente pericolosi".
Bevilacqua ha rimarcato che Meran è passato da 90 a 130 chili, imbottito di farmaci e "sedato come un animale in gabbia": "Ci sono 35 Rems in Italia e circa 750 detenuti in Rems. Altrettante persone sono in lista d'attesa, il 50% di queste peraltro hanno commesso reati minori. È folle".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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