Armi, droga ed esplosivi: cosa c'è dietro la storia dello straniero pestato a Varese

Dietro i reati contestati a vario titolo a quattro giovani tra i 22 e i 24 anni, rapina, estorsione, minaccia con armi e danneggiamento, ci sono questioni legate alla droga

Armi, droga ed esplosivi: cosa c'è dietro la storia dello straniero pestato a Varese

Vendetta, droga, armi, violenza. È uno scenario inquietante quello portato alla luce dall’indagine coordinata dalla procura della Repubblica presso il Tribunale di Busto Arsizio (Varese) che vede coinvolti quattro giovanissimi di età compresa tra i 22 e i 24 anni, tutti residenti nel Varesotto.

L’inchiesta prende il via a seguito di un intervento dei carabinieri di Gallarate nella notte dello scorso 15 novembre nei pressi di un albergo di Somma Lombardo, a due passi dall’aeroporto di Malpensa.

Rapina con un’arma da fuoco ai danni di un ragazzo bustocco di 22 anni: questa la segnalazione arrivata alle forze dell'ordine. L’aggressore è un 24enne nato a Milano e residente nel luinese, denunciato sia per rapina sia per spaccio di stupefacenti e porto abusivo di armi in quanto trovato in possesso di 20 grammi di marijuana e di un coltello.

Ma dietro l’episodio si nasconde ben altro, un quadro criminale più ampio e articolato, legato verosimilmente alla riscossione di debiti di droga. Il ventiduenne rapinato non si limita a chiamare i carabinieri. Capisce di essere stato tradito. Qualcuno ha segnalato la sua presenza all’aggressore ventiquattrenne. Così da vittima si trasforma in carnefice nei confronti del ragazzo di 18 anni, suo conoscente, e prepara le vendetta

Il bustocco attira il diciottenne all’interno di un bosco di Samarate dove, con l’aiuto della sua fidanzata (una giovane influencer, nota nel mondo dei social network e della trap music) e di un coetaneo marocchino, lo lega ad un albero e lo percuote selvaggiamente con pugni e bastonate. Poi gli fracassa il cellulare davanti agli occhi con un trapano.

Alle botte e alle intimidazioni il terzetto unisce le richieste estorsive. Prima di legare all’albero il diciottenne gli chiedono 800 euro come risarcimento per aver fatto la spia. La vittima riesce a recuperare i soldi grazie ad un amico che, ignaro di quanto sta accadendo, gli porta la somma sul posto. Solo dopo aver consegnato il denaro, il ragazzo viene slegato e riportato a casa. La vendetta è compiuta.

I militari, per ricostruire i fatti, hanno ascoltato numerosi testimoni, hanno analizzato tutti i filmati degli impianti di videosorveglianza presenti in zona e hanno esaminato i tabulati telefonici dei soggetti coinvolti. Individuato il bosco in cui la vittima era stata legata, nei pressi dell’albero hanno ritrovato e sequestrato i fazzoletti sporchi di sangue e il telefono cellulare danneggiato.

Gli uomini in divisa hanno perquisito anche le case degli indagati. Ciò che hanno trovato non solo ha confermato l’ipotesi investigativa, ma ha altresì aperto nuovi scenari. I militari hanno rinvenuto 400 grammi di maryjuana, parti di una pistola Beretta calibro 9, un ordigno rudimentale, sette candelotti “Thunder” e due sacchetti di nitrato di potassio, sostanza che veniva probabilmente utilizzata per la realizzazione di artifizi esplosivi artigianali.

Questa mattina i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Gallarate hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misura cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari di Busto Arsizio nei confronti dei quattro giovanissimi.

I reati contestati a vario titolo sono rapina, estorsione, minaccia con armi e danneggiamento. Il giudice ha disposto per i due indagati italiani gli arresti domiciliari, mentre per il giovane marocchino e la donna è stato stabilito l’obbligo di presentazione agli uffici della polizia giudiziaria.

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