Un altro palazzo a Londra individuato da qualche alto prelato per un'eventuale acquisizione. Le vicende che stanno interessando il Vaticano in queste settimane sembrano destinate ad allargarsi ancora.
"Giudizio Universale", il nuovo libro di Gianluigi Nuzzi, un'opera che indaga pure sulla situazione dei conti della Santa Sede, ha contribuito a far emergere dettagli di rilievo, oltre a un quadro generale che sembra destare preoccupazione. Per quanto vada aggiunto come dai sacri palazzi siano arrivate subito secche smentite sull'ipotesi di default. All'interno di questo quadro generale, però, è possibile rintracciare alcune vicessitudini, come quella inerente a quest'altro edificio sito nella capitale britannica. Di un palazzo di lusso a Londra, infatti, abbiamo già parlato. Si vocifera di un presunto acquisto da parte della Segreteria di Stato per una cifra pari o vicino a 200 milioni. C'è un dettaglio, poi, che non sfugge: la gestione dell'Obolo di San Pietro, che è un fondo per lo più destinato alle opere di carità, potrebbe aver avuto a che fare con quella che rimane una operazione da verificare, stando a quanto emerso sino ad ora, in relazione all'indagine interna. E tutto questo vale per il primo caso. Ma ora viene fuori un carteggio su un secondo ed ulteriore immobile in Uk.
Stando a quanto riportato da Dagospia, che ha ripreso un articolo di Repubblica, il cardinal Domenico Calcagno, che ai tempi era incaricato presso l'Apsa (ora gestita da mons. Nunzio Galantino) aveva annotato quanto segue, in una missiva indirizzata ad un'altra porpora, cioè al cardinal Versaldi: "Un blocco immobiliare ubicato nel centro di Londra, con esterno in mattoni rossi, in buono stato di conservazione".
Poi, sempre Calcagno, aveva specificato l'entità della possibile operazione, che si sarebbe aggirata attorno ai 94 milioni di euro. Un'altra operazione sospetta? No. Sulla fonte sopracitata viene specificato come il Vaticano non stia investigando. Il tema dibattuto, semmai, è un altro: ossia lo stato di salute delle casse.
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