Si prospettano tempi duri per il Vaticano, che dopo i molteplici scandali e le ultime polemiche relative allo scottante caso suscitato dall’ormai ex nunzio Carlo Maria Viganò, vede ridursi le proprie finanze. A quanto pare, infatti, sono sempre più numerosi i donatori della Santa Sede a tirarsi indietro, dopo aver perduto fiducia nell’istituzione.
Ad oggi sono saliti a sei gli stati americani che hanno deciso di aprire un’indagine dopo le pesanti dichiarazioni di Viganò, ora appoggiato anche dal cardinale Burke. Stiamo parlando di Illinois, Missouri, New Mexico e Nebraska, a cui si sono da poco aggiunti New York e New Jersey. Pare che anche la Florida, in questi giorni, stia valutando se unirsi all’inchiesta.
Intanto, circa a metà del mese di agosto, una giuria della Pennsylvania ha riportato alla luce numerosi casi di molestie ai danni di minori commesse da uomini di chiesa nell’arco di 70 anni. A seguito di ciò sono scattate numerose denunce che hanno colpito ben 300 sacerdoti, ed una simile notizia ha sconvolto ed indignato l’opinione pubblica.
Alcuni dei grandi imprenditori cattolici, sostenitori da sempre della chiesa, hanno pertanto deciso di sigillare i loro portafogli. E chissà se nelle sale del Vaticano la mente non sia tornata al 2001 quando, sempre a causa di scandali legati alla pedofilia, molte diocesi statunitensi erano finite sull’orlo del tracollo.
Uno degli importanti investitori a tirarsi indietro sarebbe l’associazione “Legatus”, creata nel 1987 dal magnate proprietario della catena “Dominòs Pizza” Thomas Monaghan. La società, nei primi mesi del 2018, contava già una cifra di 820mila dollari messi insieme grazie alle donazioni dei tanti iscritti. Monaghan, tuttavia, ha fatto sapere che questa volta il denaro rimarrà vincolato in un fondo “escrow”, vale a dire in un acconto di garanzia.
“Alla luce delle recenti rivelazioni, pensiamo che sia rispettosamente doveroso chiedere chiarimenti sull’uso specifico di questi fondi” ha dichiarato il presidente di “Legatus”, come riporta Il Messaggero.
Del resto molti degli imprenditori che fanno parte dell’organizzazione, almeno tremila, sono fervidi cattolici praticanti e di certo non devono aver preso bene uno scandalo di simile portata. Le dichiarazioni dei membri di “Legatus” sono state inserite nella lettera scritta dal loro presidente.
Lo stesso Monaghan ha fatto sapere di aver voluto mettere nel documento le proprie considerazioni, unite alla richiesta di ricevere chiarimenti “sul tipo di rendiconti finanziari adottati in Vaticano per i contribuiti in beneficenza”.
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