Riaffiorano veleni e sospetti. Riemerge una nuova stagione di "corvi". E si riaffaccia lo scandalo Vatileaks. Nelle ultime ore è stato, infatti, violato il computer del revisore generale Libero Milone, professionista 67enne scelto da papa Francesco in persona a giugno con il compito di supervisione e controllo sui conti e i bilanci di tutti gli organismi, gli uffici e le istituzioni della Santa Sede. Insomma, su tutta la finanza vaticana. La notizia, anticipata in tv da Luigi Bisignani e pubblicata dal Tempo, in via ufficiale non viene confermata né smentita (né tanto meno commentata) dalla Santa Sede. "Al momento - replica la Sala stampa vaticana - non abbiamo nulla da dire".
La violazione informatica sarebbe avvenuta nelle scorse settimane nell’ufficio di Milone in via della Conciliazione. Il revisore generale ha subito denunciato il fatto alla Gendarmeria vaticana e ora sono in corso le indagini. Ora potrebbero essere sequestrati altri computer. In altre parole, si attendono sviluppi. Anche perché l'inquietante violazione colpisce un uomo-chiave nella riforma delle finanze vaticane promossa da Bergoglio. A lui è, infatti, affidata la revisione dei conti dei dicasteri della Curia romana e delle istituzioni ad essa collegate, oltre alle amministrazioni che fanno capo al governatorato della Città del Vaticano. A Milone, uomo con 32 anni di esperienza nella multinazionale dell'auditing Deloitte & Touche, di cui è stato ceo per l’Italia, già nei cda di società quotate tra cui Fiat Industrial, Indesit e numerose altre, lo statuto dell’ufficio del revisore generale garantisce tra l’altro di "agire in piena autonomia e indipendenza", rispondendo soltanto al Papa e con la facoltà, nelle sue verifiche, di andare ovunque nella città-Stato per scandagliare le situazioni finanziarie e la gestione di ogni dipartimento.
La vicenda si inserisce nel clima di conflitto per il controllo delle finanze che ha visto contrapposte la Segreteria per l’Economia guidata dal cardinale australiano George Pell, i cui poteri sono stati ridimensionati rispetto alle previsioni iniziali perdendo di fatto quelli sulla gestione dei beni, e la Segreteria di Stato con a capo il cardinale Pietro Parolin, "primo ministro" della Santa Sede. Ed è di tre giorni fa la pubblicazione di una lettera del Pontefice al cardinale. Parolin, ma con un contenuto il cui destinatario è primariamente proprio Pell, in cui, visti i «problemi» che si sono verificati, il Papa ribadisce che tutte le assunzioni e i trasferimenti di personale fatti da qualsiasi dicastero o struttura, così come i relativi trattamenti economici, devono avere il nulla osta della Segreteria di Stato e rientrare nei limiti delle tabelle organiche esistenti e dei regolamenti in vigore. Proprio su assunzioni ed entità degli stipendi non mancano tensioni.
Ma soprattutto in questo momento, dopo la notizia di stampa ampiamente smentita sulla salute del Papa e il presunto tumore al cervello, in Vaticano le acque sono molto agitate per l’imminente uscita di due libri, Via Crucis di Gianluigi Nuzzi - già autore di
Vaticano Spa e Sua Santità - e Avarizia di Emiliano Fittipaldi. Oltretevere viene giudicato inammissibile che i due libri contengano documenti riservati. E la vicenda rischia di fare il bis a Vatileaks.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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