Venezia, giro di vite del sindaco: "Basta infradito e calzoncini in Comune"

Il nuovo Codice introduce misure più severe per chi fa il furbetto sul badge e usufruisce a sproposito di permessi e licenze

Venezia, giro di vite del sindaco: "Basta infradito e calzoncini in Comune"

Giro di vite al Comune di Venezia, amministrato dal forzista Luigi Brugnaro: i dipendenti dell'amministrazione municipale non potranno più recarsi sul posto di lavoro con indumenti informali come infradito e pantaloncini corti, nemmeno nelle calde giornate estive.

Mercoledì scorso la giunta comunale del capoluogo lagunare ha approvato il nuovo Codice e le novità per i 2700 dipendenti pubblici non sono poche. Sarà massimo il rigore nel controllare le "timbrature" dei badge all'inizio o e alla fine del turno: non si potrà più timbrare in ingresso e andare subito a prendere un caffè o mettersi in coda di fronte alla macchinetta per timbrare a fine giornata. Chi lavora per il Comune non potrà accettare regali o assentarsi dal posto di lavoro senza avvisare i superiori. Vietato poi svelare i dettagli delle pratiche su cui si sta lavorando: chi romperà il silenzio commetterà una violazione del segreto d'ufficio.

Come già i vigili urbani - a cui era stato anche vietato "l'intimo osè", nel caso di agenti donne - anche il resto dei dipendenti del Comune di Venezia dovranno andare al lavoro con un abbigliamento decoroso ed adatto alla funzione che ricoprono.

Inoltre i pubblici impiegati che beneficiano della legge 104 dovranno comunicare in ufficio - "dove e quando possibile" - le proprie assenze con anticipo, per ottimizzare l'organizzazione del lavoro. Regole che secondo l'assessore al Personale Paolo Romor è stata adottata "a tutela del lavoratore e dei servizi erogati".

Infine

vengono introdotte misure di garanzia per chi intende segnalare un disservizio o una criticità da parte degli uffici comunali: le segnalazioni anonime verranno accettate e l'identità del loro autore verrà protetta dal segreto.

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