Venezia, gli islamici a scuola: "Date carne halal ai nostri figli"

Nuove polemiche per i menu delle mense scolastiche. A Mestre un gruppo di genitori bengalesi chiede carne halal per i propri figli

Venezia, gli islamici a scuola: "Date carne halal ai nostri figli"

"In mensa vogliamo che ci sia carne halal per i nostri figli". La richiesta di un gruppo di genitori musulmani sta sollevando una polemica feroce in una scuola di Mestre, in provincia di Venezia. Nei giorni scorsi, come riporta il Gazzettino, la richiesta è stata avanzata durante una riunione di presentazione delle classi di prima elementare. Non è la prima volta che succede in Italia. L'anno scorso, per esempio, la stessa diatriba ha travolto due istituti alle porte di Milano in seguito alla decisione di eliminare la carne di maiale e favorire il pollo al posto del manzo, il cous cous e le polpette di ceci.

Al primo gennaio, secondo le più recenti stime, pubblicate nel XXVIII Rapporto Immigrazione 2018-2019 di Caritas e Migrantes, i cittadini stranieri musulmani residenti in Italia risultano circa 1 milione e 580mila. Rispetto all'anno prima sono cresciuti del 2%. Un incremento minimo, se vogliamo, ma costante. A questi, poi, vanno ad aggiungersi gli italiani convertiti all'islam. Negli ultimi anni queste comunità hanno iniziato a fare pressione sul sistema scolastico perché venga introdotta nel menu della mensa anche la carne halal, preparata cioè secondo le norme della legge islamica. L'ultimo caso, come raccontato da Filomena Spolaor sul Gazzettino in edicola oggi, è avvenuto nel plesso della scuola primaria "Cesare Battisti" di via Cappuccina, a Mestre, dove alcuni genitori bengalesi ha appunto avanzato la richiesta alla dirigente scolastica Michela Manente durante la riunione di presentazione delle classi di prima elementare.

La scuola primaria "Cesare Battisti", che fa parte dell'istituto comprensivo "Giulio Cesare", ha un'altissima percentuale di figli di immigrati tra i banchi. Quest'anno supera il 64%. E non è l'unica a Mestre. Stando ai dati pubblicati dal Gazzettino, all'istituto comprensivo "Francesco Querini" si sfiora il 56%, mentre all'istituto comprensivo "Filippo Grimani" si arriva a superare il 50%. Percentuali che ritroviamo anche in scuole di periferia o dell'hiterland in città popolose come Milano, Torino o Roma. I problemi delle classi "ghetto" sono ormai noti da anni. Nel capoluogo lombardo, stando al report pubblicato l'anno scorso dal Giornale, tra le dieci scuole dove la percentuale di alunni stranieri supera il 60% ci sono la primaria di piazza Gasparri (72,5%), via Crespi (67,5%), via Russo (65,1%), via dei Narcisi (64,3%), via Dolci (62,3%), via Console Marcello (62,2%), via Giacosa (60,5%) e via Ravenna e via Scialoia (entrambe al 60,1%). D'altra parte la Lombardia è la Regione con più alunni stranieri d'Italia. E così già l'anno scorso si sono presentate le prime richieste di introdurre la carne halal nelle mense delle scuole.

Alla scuola primaria "Cesare Battisti", non potendo garantire cibi halal, la dirigente Manente ha consigliato alle famiglie musulmane di "richiedere sul modulo di iscrizione al servizio mensa un menù senza carne". "In questo modo - ha spiegato al Gazzettino - possono integrarla durante la cena serale". In questo modo, però, il problema è stato soltanto aggirato. E sicuramente si ripresenterà presto. Per il capogruppo della lista "Zaia Presidente", Silvia Rizzotto, la notizia è "agghiacciante".

"hi viene nel nostro Paese e vuole integrarsi - ha commentato - dovrebbe capire che questo è possibile prima di tutto rispettando le nostre di regole, non le proprie". Per la Rizzotto, poi, la pratica di macellazione "halal" è "una metodologia barbara e primitiva" che va "messa al bando" al più presto.

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