Veronica Lario non ha più diritto all’assegno mensile di divorzio da 1,4 milioni di euro e dovrà restituire oltre 60 milioni di euro. La Corte d’Appello di Milano ha accolto l’istanza degli avvocati di Silvio Berlusconi, che chiedevano di applicare la recente sentenza "Grilli-Lowenstein" della Cassazione. Sulla base di questa pronuncia l’ex Cavaliere sosteneva che la sua ex moglie non avesse più diritto agli alimenti in quanto, avendo liquidità per 16 milioni (come è spiegato nella sentenza di separazione del Tribunale del dicembre 2012), gioielli e società immobiliari, gode di una determinata "tranquillità economica" ed è autosufficiente. La somma di 60 milioni da resituire è stata calcolata a decorrere dal marzo 2014, quando fu dichiarato il divorzio. Il provvedimento dei giudici della Corte d'Appello di Milano è immediatamente esecutivo.
La sentenza della Cassazione sopra indicata elenca i principali indici per accertare o meno la sussistenza "dell'indipendenza economica" dell'ex coniuge che richiede l'assegno e quindi l'adeguatezza dei "mezzi", nonché la possibilità, o meno, "per ragioni oggettive, di procurarseli.
Il possesso di redditi di qualsiasi specie; il possesso di cespiti patrimoniali mobiliari ed immobiliari, tenuto conto di tutti gli oneri imposti e del costo della vita nel luogo di residenza, inteso come dimora abituale, della persona che richiede l'assegno; le capacità e le possibilità effettive di lavoro personale, in relazione alla salute, all'età, al sesso ed al mercato del lavoro indipendente o autonomo; la stabile disponibilità di una casa di abitazione.
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