Sta suscitando reazioni l'omelia tenuta ieri dal vescovo di Lucca, monsignor Italo Castellani. Durante la festa del patrono della città toscana, il presule ha ammonito i fedeli su quanto sta accadendo in materia di gestione dei fenomeni migratori.
L'invito, per niente indiretto, è quello di rifiutare la cosiddetta "cultura della non accoglienza". La Chiesa non dovrebbe restare "muta" e "ferma" dinanzi al "rifiuto" che proverebbe dalle istituzioni politiche italiane. Lucca è una realtà diversa dalle altre, ci tiene a specificare il monsignore. Ma a preoccupare è soprattutto quanto sta avvenendo nel resto del Belpaese. Atteggiamenti e chiusure che contrasterebbero di netto con il dettato del Vangelo.
"Devo riconoscere - ha esordito il vescovo Castellani, che secondo alcuni avrebbe tenuto l'ultima omelia prima del pensionamento - che Lucca e il suo territorio, nel suo insieme, ha risposto bene, rispetto ad altre realtà, nell’accoglienza dei migranti". Poi, nel corso della "predica", è arrivata la stoccata diretta al governo: "Chiedevo - ha sottolineato il presule - e chiedo ancora una volta di dissociarci apertamente da tali scelte e dichiarare che ogni uomo, la persona, è al primo posto, non è un numero, a prescindere dalla sua provenienza, appartenenza sociale e culturale".
Dove per "scelte" si intende lasciare i migranti "in balia del mare e con i porti del Mediterraneo chiusi mentre coloro che hanno la guida del nostro Paese si rifiutano ostinatamente di accoglierli, aspettando che lo facciano altri". Parole riportate sulla Gazzetta di Lucca, che hanno sollevato, così come abbiamo accennato in precedenza, la reazione di alcune forze politiche.
"Leggo le parole del vescovo di Lucca, Italo Castellani - ha dichiarato a stretto giro il consigliere comunale Baldini, che è un membro del Movimento cittadini per Viareggio - riportate a seguito della sua omelia nel giorno di San Paolino e, con grande meraviglia, stupore ed altrettanto fortissimo disagio, prendo atto di un attacco politico inaudito ed insopportabile, quanto non condiviso, portato dalla massima autorità diocesana al nostro governo in carica, eletto e voluto a gran voce dal popolo italiano" Così come si legge su Lucca in Diretta.
La storia è sempre la stessa: da qualche settimana a questa parte, molti ecclesiastici hanno preso posizioni pubbliche in favore dell'accoglienza e contrariate rispetto alla chiusura dei dei porti. Dal "caso Aquarius" in poi le voci dei presuli non hanno fatto che levarsi in contrasto con le politiche messe in atto dall'esecutivo guidato dal professor Giuseppe Conte.
Uno di questi, il vescovo emerito di Ivrea, ha persino optato per scrivere una vera e propria lettera al capo del governo italiano. "Il cristiano - ha ribadito poche ore fa il cardinale segretario di Stato Parolin - non vede nemici dappertutto". La Chiesa cattolica continua nella sua campagna in sostengo di quanti decidono di migrare verso l'Europa.
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