Vestivamo alla montanara dallo stile Bardot a oggi

Fu l'attrice, assieme a Grace Kelly, a creare la moda da neve indossando ampi maglioni norvegesi. Poi, negli anni '80, le tute colorate

In Norvegia 5000 anni fa gli antichi vocaboli saa e suk indicavano quel pezzo di legno da attaccare ai piedi usato come mezzo di locomozione tra le popolazioni dell'Europa del Nord. Un modo per muoversi agevolmente su terreni gelati e innevati che il re norvegese Arald, nel 1100, adottò per il suo esercito. Il suo esempio fu seguito dallo zar Giovanni IV e dagli svedesi che nel 1564 contavano 4000 sciatori scelti nelle forze armate. Ma lo sci come lo conosciamo noi, come sport invernale, nasce solo nell'Ottocento quando Sondre Nordheim inventò il Telemark. La prima gara si tenne a Tromso (Norvegia) nel 1843 e nel 1860 il re di Svezia mise in palio la famosa coppa Holmenkollen. Nel 1896 lo sci si trasferisce sulle Alpi ma le caratteristiche dei pendii, ripidi e lunghi, inducono l'austriaco Matthias Zdarski a introdurre la curva a spazzaneve, tecnica perfezionata con la modifica dell'attacco che fissa il tallone allo sci a differenza del telemark. Nel 1910 Georg Bilgeri mette fine alla polemica tra i sostenitori del telemark e quelli della tecnica del Lilienfeld introdotta da Zdarski. Bilgeri crea lo Stemmbogen, la posizione a sci paralleli in attraversamento alternata allo spazzaneve in curva, una sciata più facile e divertente; vengono introdotti due bastoncini e la scarpa risulta quasi aderente al mezzo. Negli anni Venti e Trenta con il contributo di Hannes Schneider e Anton Seelos la sciata, caratterizzata da un rigoroso parallelismo, conquistò maggiore dinamicità, velocità e numerosi fan tanto che nel secondo dopoguerra aprirono scuole di sci in tutto il mondo.

La moda in pista Fino al 1800, dunque, gli sciatori del Nord Europa erano solo comuni cittadini che si spostavano da un paese all'altro con un insolito mezzo di locomozione ai piedi; l'abbigliamento non poteva che essere quello di tutti i giorni. Non cambiò molto fino agli anni Sessanta (Gregory Peck e Ingrid Bergman in Spellbound di Hitchcock, 1945) quando Rossignol lanciò il primo modello di sci realizzato in metallo. In quegli anni la moda raggiunse il bordo pista con lo zampino di Grace Kelly prima - indimenticabili e tuttora in voga i suoi grossi maglioni di lana in stile norvegese - e di Brigitte Bardot poi. Negli anni Ottanta le attrezzature fanno passi da gigante e, accanto ai primi capi tecnici, impazzano le coloratissime tute intere (Lady D e il principe Carlo) ma purtroppo si è ancora costretti a vestire a cipolla per proteggersi dal freddo. Oggi? È tutta un'altra storia. Una storia che ci ha fatto vivere Patagonia.

A fine novembre l'azienda fondata nel 1973 da Yvon Chouinard ci ha invitati a Chamonix per dimostrare che oggi, dopo 42 anni di innovazioni sui tessuti e di test da parte degli atleti-ambassadors del brand, bastano davvero pochi capi della migliore qualità, resistenti e funzionali, per proteggersi in alta montagna. Dopo una spedizione di 7 ore sul Mer de Glace, il ghiacciaio situato sul lato nord del Monte Bianco, è stato chiaro che vestire a cipolla è roba da primitivi. Per sciare o arrampicare su ghiaccio bastano tre strati. Il primo allontana l'umidità dalla pelle; il secondo funge da isolante; la terza protezione, la più esterna, protegge da pioggia, vento e neve.

A contatto con la pelle vanno indossati due baselayers, cioè una maglietta a maniche lunghe e una calzamaglia in tessuto misto, 80% lana merino e 20% fibre di Capilene. La lana merino di Chouinard, proveniente da allevamenti di pecore gestiti in modo sostenibile nelle praterie della Patagonia, regola la temperatura corporea, è resistente agli odori ed elasticizzata. Alla lana è poi aggiunto il poliestere riciclato per donare al tessuto resistenza e tempi di asciugatura senza precedenti. Sopra il top a maniche lunghe serve un capo isolante in piuma o sintetico come le rivoluzionarie Patagonia Nano-Air Hoody e Jacket con imbottitura FullRange da 60 g/m² da indossare in modo continuativo durante l'attività aerobica in montagna. Queste giacche riducono la necessità di aggiungere o rimuovere altri strati quando il corpo si raffredda o si surriscalda.

La terza protezione è composta dal guscio esterno, impermeabile, traspirante, anti-vento. La giacca e i pantaloni da sci Patagonia Powder Bowl sfruttano il robusto tessuto Gore-Tex a due strati per offrire una protezione di lunga durata.

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