- tutti a lamentarsi, giustamente, delle fibrillazione della maggioranza e del fatto che abbiano costretto Draghi a tornare di corsa da Madrid. Però mi fa sorridere che i tifosi del “il governo non può essere vittima degli umori dei partiti” siano poi gli stessi che spalleggiano il ritorno al proporzionale. E che hanno sempre osteggiato “l’uomo solo al comando” che auspicavano i fan del maggioritario. Datevi una regolata
- non sto scherzando, il Corriere ha definito il Conte dei lockdown a manetta una “guida gentile” del Paese. Slurp
- una cosa è vera. Se il centrodestra avesse “forzato” in Parlamento una legge, chessò, per bloccare gli sbarchi dei migranti, i giornali tutti si sarebbero indignati per l’irresponsabilità dei partiti che mettono a rischio la maggioranza Draghi per piazzare delle bandierine. Invece lo fa il Pd, peraltro su cannabis e ius scholae, e nessuno dice nulla
- prima si dice che lo ius scholae è questione parlamentare e non riguarda il governo. “Il Parlamento è sovrano”. Poi quando metà di deputati e senatori non è d’accordo con la norma, o vorrebbe modificarla un pizzico, il segretario dem li accusa di essere “razzisti”. A che gioco sta giocando?
- sarà bravissimo, ma se avessero nominato a Invitalia il nipote di un altro politico, e non di Mattarella, qualche naso storto lo avremmo avuto eccome
- diciamo la verità: per settimane i giornali progressisti hanno ignorato quanto fosse orribile una “lista di proscrizione” dei putiniani perché dentro non vi erano amichetti loro. Poi appena il dem Romano fa l’errore di rilanciare un elenco con dentro Corrado Augias, ecco che sia Rep che La Stampa si indignano. Avreste dovuto farlo anche per Orsini e Petrocelli, perché tutte le opinioni contano. Non solo quelle degli intellettuali chic
- Domenico Arcuri silurato pure da Invitalia. Direte: dopo 15 anni ci sta un cambio di guardia. Invece è proprio per questo che si tratta di un siluramento: se Arcuri è riuscito a galleggiare per tre lustri a Invitalia passando lungo 8 diversi presidenti del consiglio, Draghi avrebbe potuto tranquillamente confermarlo. Invece: adios. Mai fu così infausta, per lui e forse pure per noi, l'idea di accettare il ruolo di Commissario Covid
- non mi sono mai stati molto simpatici i francesi, ma stavolta c'hanno tutta la ragione del mondo. Oltralpe infatti è scatato il divieto di utilizzare nomi di prodotti di origine animale per prodotti a base di proteine vegetali. Traduco: non puoi dire "bistecca di ceci", "hamurger di soia", "fettina di barbabietola", "mortadella di lenticchie" e "sasiccia di piselli". Ora basta. Norma sacrosanta. Se vuoi mangiare vegetariano, fai pure. Ma quella roba tonda a base di ceci non chiamarla "burger"
- con la guerra in
Ucraina, e la riduzione di olio di semi sul mercato, torna di moda l'olio di palma, vittima di una ingiusta campagna denigratoria. Vi sta bene. Voglio vedervi adesso togliere la pecetta "senza olio di palma" dalle vostre scatole- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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