Per la comunità islamica del nord Italia era una star, uno dei telepredicatori più richiesti per “competenza“ seguito da più di due milioni di persone sui social. Poi, a fine ottobre del 2019, l’arresto per maltrattamenti in famiglia lo aveva costretto a sospendere ogni attività finendo prima in carcere e quindi ai domiciliari. Ma adesso il tribunale di Brescia lo ha assolto per non aver commesso il fatto: così Abu Ammar al-Sudani, telepredicatore su reti locali di fede islamica, potrà tornare alla sua vita cancellando ogni macchia dalla sua fedina penale. L’uomo era stato arrestato perché ritenuto responsabile del reato di maltrattamenti e lesioni ai danni della moglie di 20 anni più giovane.
Le accuse della moglie
La ragazza dopo l’arresto del marito era stata collocata in una struttura protetta insieme ai tre figli che sono tuttora minorenni. Ad indagare era stata la squadra Mobile di Brescia che aveva ricostruito come le violenze domestiche sarebbero state perpretrate anche durante i periodi di gravidanza. L'uomo, però, davanti ai magistrati ha negato ogni addebito. Durante la fase dibattimentale il pm Marzia Aliatis aveva chiesto la condanna a quattro anni e sei mesi. Abu Ammar al-Sudani, 48enne di origini sudanesi e difeso dagli avvocati Alberto Scapaticci e Chiara Belandi, è stato invece assolto al termine del processo di primo grado.
Dalle teleprediche al carcere
Come telepredicatore aveva presto scalato le preferenze dei fedeli venendo chiamato in ogni associazione tra Lombardia, Piemonte e Veneto per la capacità di leggere il Corano e predicare in diretta Tv. Finito in carcere aveva sempre preso le distanze dall’accusa delle Polizia che sosteneva come a scatenare le reazioni violente dell'uomo erano spesso banali iniziative di lei come l'acquisto di biancheria per la casa o di un telefono nuovo. Non solo. Sempre secondo quanto poi portato in aula l'uomo avrebbe anche rovesciato la spazzatura addosso alla donna per punirla del fatto che lei non l'avesse gettata precedentemente.
La prova di innocenza
Già durante l’interrogatorio di garanzia l’avvocato Alberto Scapaticci, aveva sottolineato al giudice che negli uffici della Procura di Brescia era aperta un’inchiesta per calunnia contro la moglie del telepredicatore e che la stessa donna aveva ritrattato le denunce davanti al tribunale dei Minori nell’ambito di un’udienza per la gestione dei figli.
Alla luce dell’intero quadro il gip aveva deciso di modificare la misura cautelare e di concedere i domiciliari ad Abu Ammar al-Sudani, nome che usa anche sui social dove è seguito da due milioni di persone di religione musulmana. Nelle ultime ore la sentenza che lo libera da ogni accusa e lo riporta alla vita normale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.