"Le ginnaste lasciate morire di fame": l'inchiesta choc

Una ricerca del Guardian ha rivelato che nella ginnastica britannica il regime è severissimo, tanto da sfociare quasi nel reato. Le testimonianze strazianti delle atlete sono da brividi

"Le ginnaste lasciate morire di fame": l'inchiesta choc

Lasciate morire di fame. Costrette a nascondere il cibo nei pannelli del soffitto o sotto il letto nelle loro stanze. Lo sport che diventa un'ossessione, la smania di vincere che rende la passione un incubo. Secondo un rapporto del Guardian, sono numerosissimi i casi di violenza psicologica nella ginnastica britannica.

I racconti delle ragazze e il report

"Si vergognavano del grasso davanti ai coetanei e sforzavano il loro corpo nonostante sentivano dei forti dolori durante l'allenamento. Un abuso fisico quotidiano". Attraverso 306 pagine del suo storico reportage, Anne Whyte QC ha dipinto un quadro scioccante e disgustoso della cultura della British Gymnastics con episodi sconvolgenti dal 2008 al 2020.

La raccolta comincia col dire che alla base di questo tipo di sport vi è una cultura rigidissima inculcata da decenni attraverso l’arrivo degli allenatori in stile sovietico. Circa il 75% dei membri della British Gymnastics sono bambini di età inferiore ai 12 anni e il rapporto ha rilevato che le ragazze sono state sottoposte ad alcuni dei peggiori trattamenti, secondo Whyte causati da “problemi culturali di vecchia data”.

La ricercatrice ha scoperto che durante i suoi studi sul caso, il Governo aveva ricevuto circa 3.800 reclami. Eppure tra il 2008 e il 2016 nessuno ha fatto trapelare qualcosa. Ma ora, finalmente, alcune di quelle storie sono state ascoltate.

Whyte racconta nel suo report che che gli allenatori controllano regolarmente il peso delle ginnaste, a volte su base giornaliera, riducendo man mano il loro apporto calorico. Una ginnasta ha rivelato: “Nascondevo il cibo nell'astuccio da bagno, avvolgevo le barrette di cereali nei calzini e nelle mutandine o sotto la fodera della mia valigia poiché ero pietrificata dal fatto che gli allenatori sarebbero entrati e avrebbero cercato il nostro nel nostro bagaglio. Avevo 18-19 anni all'epoca". Un regime in chiave militare quello a cui dovevano sottoporsi anche le più giovani.

L'uva era vietata, le mestruazioni un problema

Non solo il cibo era razionato, ma anche alcuni frutti e bevande erano state bandite. “Veniva perquisita l'intera stanza, compresi i bidoni della camera, passavano in rassegna i vari involucri che trovavano. Non era possibile una seconda porzione di cibo, neanche se si trattava di verdura". Whyte prosegue dicendo anche che qualcuno aveva detto che le razioni di cibo dovevano essere grandi quanto il loro palmo della mano e che era stato severamente vietato mangiare uva perché "cibo più grasso".

Tra i racconti alcuni sono sconvolgenti:“Prendevo lassativi per assicurarmi di poter eliminare tutte le mie feci prima di essere pesata. Limitavo il consumo di acqua per assicurarmi di non pesare qualche grammo in più". Il ciclo mestruale era un problema:"Gli allenatori non lo tenevano in conto, anzi, avere le mestruazioni significava uno o due chilogrammi in più sulla bilancia".

Gli abusi psicologici erano un continuum: “Il linguaggio che utilizzavano era demoralizzante, come 'culo grasso', 'sembri una balena', 'sembra che tu abbia una pancia da birra', 'le tue cosce sono disgustose'". Anche gli allenamenti erano un incubo: ginnaste ridotte in lacrime mentre gli allenatori si sedevano sopra i loro corpi per costringerle allo stretching. Altre sono state legate alle sbarre per lunghi periodi di tempo.

Ci sono state anche 30 denunce relative ad abusi sessuali.

La risposta dell'associazione

Dall'altra parte i membri dell'associazione sembrano cadere dalle nubi. Sarah Powell, amministratore delegato di British Gymnastics, ha risposto alle accuse scusandosi di tutto quello che hanno dovuto passare le ragazze. “È stato difficile e sconvolgente leggere quello che è successo. La British Gymnastics non esiterà a procedere dove sarà necessario. Voglio scusarmi con tutto il cuore con le ginnaste che hanno sofferto.

- e ha proseguito - Sono pienamente impegnata a lavorare con il nostro gruppo dirigente e il consiglio per realizzare la riforma necessaria. Non c'è posto per abusi di alcun tipo nel nostro sport e gli standard di allenamento del passato non saranno quelli del futuro. Costruiremo una nuova cultura e cambieremo la ginnastica in meglio".

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