"Volevo un passaggio". Così è scattata la furia dell'egiziano sull'A1

Il giudice ha convalidato l'arresto per l'egiziano che ieri ha lanciato i sassi sull'A1. Il 22enne aveva anche minacciato i poliziotti intervenuti per bloccarlo: "Se vi avvicinate vi scanno"

"Volevo un passaggio". Così è scattata la furia dell'egiziano sull'A1

Si chiama Elsayed Mohamed Abdel Hamid Mod Donia l'egiziano che, ieri mattina (venerdì 12 agosto), ha seminato il panico sull'Autostrada A1 tra Lodi e Casalpusterlengo lanciando sassi e pezzi di segnaletica stradale contro i parabrezza delle auto. Il 22enne, senza fissa dimora ma che in passato è stato domiciliato a Bareggio (Milano), è stato processato per direttissima dal tribunale di Lodi con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale, minacce e detenzione di arma. Lo straniero avrebbe minacciato anche gli agenti intervenuti per bloccarlo: "Se provate ad avvicinarvi, vi scanno".

La convalida del fermo

"Volevo un passaggio". Si è giustificato così Elsayed Mohamed Abdel Hamid Mod Donia con il giudice Eliana Carpusi durante l'udienza per la convalida del fermo. Il 22enne ha provato a spiegare le ragioni che lo avrebbero indotto a scagliarsi contro gli automobilisti in transito sull'Autostrada del Sole. "Volevo qualcuno con cui parlare ma non si fermava nessuno", ha dichiarato raccontando al magistrato che alla stazione di Firenze Santa Maria Novella qualcuno gli aveva rubato il telefono. "Mi hanno fatto tante cose brutte. - ha proseguito - Allora ho deciso di prendere il treno per andare a Milano da mio zio per prendere dei soldi". Ma lo zio gli avrebbe detto che non era disposto né ad accoglierlo e nemmeno ad ascoltarlo. A quel punto, avrebbe dato di matto: "Ho pensato che non mi andava più questa vita di merda. Poi ho fermato il treno e sono sceso. Mi sono diretto in autostrada e ho iniziato a lanciare sassi verso le auto". E sulle minacce rivolte agli agenti ha così replicato: "Volevo fare del male a me, non ho minacciato i poliziotti". "Nel corso dell'udienza di stamattina, il pm Antonella Dipinto lo ha definito "pericoloso e aggressivo". Il prosieguo del processo è stato fissato, sempre in Tribunale a Lodi, per il prossimo 9 settembre.

La difesa: "Chiederemo perizia psichiatrica"

Stamattina, in aula, l'egiziano si è presentato con maglietta e pantaloncini blu. Al collo, una ferita di 8 centimetri, lunga quanto il taglierino che agitava in autostrada minacciando atti di autolesionismo. "Chiederemo il rito abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica", ha spiegato all'Ansa l'avvocato Rodolfo Ercoli, difensore di Elsayed Mohamed Abdel Hamid Mod Donia. Il legale, che dovrebbe presentare istanza per una prima visita psichiatrica a breve, intende accertare se l'assistito sia o meno sano di mente.

Nelle scorse ore, l'ufficio immigrazione del tribunale di Milano, ha notificato in carcere al 22enne il rigetto di rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di lavoro, a seguito della richiesta inoltrata nei mesi scorsi.

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