Zangrillo: "Speranza? Guarisca presto. Ma le mascherine sono inutili"

Il medico del San Raffaele di Milano, Alberto Zangrillo, commenta la notizia della positività al Covid del ministro della Salute

Il prorettore Alberto Zangrillo
Il prorettore Alberto Zangrillo

La notizia della positività al Covid-19 del ministro della Salute, Roberto Speranza, ha provocato le prime, inevitabili, reazioni a caldo. Tra i più veloci a commentare, il prorettore dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore del Dipartimento di anestesia e terapia intensiva dell'Irccs ospedale San Raffaele Alberto Zangrillo. “Faccio gli auguri a Speranza – ha detto all'Adnkronos Salute il medico – ben consapevole che per un uomo giovane e forte si tratta fortunatamente di un non problema. Dopodiché l'occasione è ghiotta per ribadire che siamo di fronte alla prova regina dell'inutilità assoluta della mascherina. Zangrillo è consapevole di andare contro corrente, soprattutto dopo le dichiarazioni di Walter Ricciardi, consigliere proprio del ministro della Salute e docente di Igiene all'università Cattolica di Roma, il quale continua a consigliare l’utilizzo della mascherina per evitare ulteriori contagi.

“So che così dicendo scatenerò la reazione della rigida ortodossia virologica protezionistica – ha continuato Zangrillo – ne sopporterò le conseguenze. Ma al solito la medicina è fatta di competenza, conoscenza della realtà e buonsenso”. Il contagio del ministro Speranza ha colto di sorpresa l’intero Parlamento. Gli auguri di pronta guarigione sono giunti da più parti. Anche il deputato e responsabile Sanità di Forza Italia, Andrea Mandelli, non ha fatto mancare il suo sostegno. “Nell'annunciare l’appoggio convinto di Forza Italia alla mozione unitaria sull'assistenza sanitaria territoriale – ha commentato – desidero rivolgere un augurio di pronta guarigione al ministro Speranza, affinché possa rimettersi presto”.

Nel corso del dibattito alla Camera dei deputati su una mozione in tema di sanità si è discusso su come riorganizzare la medicina territoriale. “Ciò che è emerso dalla drammatica esperienza della pandemia – ha sottolineato Mandelli – è la necessità di un servizio sanitario molto più vicino al cittadino". In questo senso, il DM71 (lo standard per l’assistenza territoriale) consente al sistema di fare passi avanti significativi, anche attraverso l'affermazione dell'importanza di mettere in rete i professionisti sanitari per superare la logica dei compartimenti stagni e porre al centro il cittadino-paziente.

"Apprezziamo la valorizzazione delle realtà già esistenti - ha concluso Mandelli - anche ai fini della somministrazione dei vaccini, così da consentire il ritorno dei medici nelle corsie degli ospedali”.

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