Il duro sfogo di Zangrillo: "Perché dico basta all'isteria dei tamponi"

Il prof. Zangrillo torna sulla polemica dei tamponi natalizi e cosa non va nel sistema-Italia sul trattamento della pandemia da Covid-19: ecco cosa hanno detto anche Bassetti e Pregliasco

Il duro sfogo di Zangrillo: "Perché dico basta all'isteria dei tamponi"

L'argomento all'ordine del giorno di quasi tutti gli italiani è inevitabilmente il Covid-19 con le sue varianti. Il Prof. Alberto Zangrillo, prorettore dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano e direttore del Dipartimento di anestesia e terapia intensiva dell'Irccs ospedale San Raffaele, intervistato in esclusiva da Libero Quotidiano ha le idee più chiare che mai su tamponi, Omicron e il clamore mediatico sui numeri quotidiani della pandemia Covid.

La polemica sui tamponi

Come abbiamo visto sul Giornale.it, fece molto clamore la fotografia pubblicata dal professore nel giorno di Santo Stefano che ritraeva una fila interminabile di persone all'esterno di una farmacia per effettuare un tampone. "La corsa al tampone è grottesca, irrazionale e risponde al desiderio infantile di vedersi certificati sani in quel preciso momento", afferma Zangrillo. Invece di avere questa "ansia, il primario consiglia di non uscire di casa se non si sta bene tornando "alle regole del buon senso che impongono cautela e prudenza. Il tampone può attendere". Molto duro il giudizio sui colleghi medici che auspicano tempi rapidi su diagnogni e terapia. "Spostare tutta l’attenzione sull’esito di un tampone è purtroppo il segno di un grave degrado deontologico e intellettuale".

Ecco cosa succede con Omicron

Le sue risposte sono sempre dirette e senza giri di parole: alla domanda di Pietro Senaldi su quando si prevede il picco di contagi, Zangrillo risponde che non è quello che realmente gli interessa e che, comunque, non può saperlo. Bisogna guardare un altro indice, molto più indicativo. "Non posso saperlo e non mi interessa, i contagi reali sono da sempre smisuratamente superiori a quanto quotidianamente riferito. Chi vive in ospedale non guarda ai contagi ma al numero di ricoverati". Idee chiare anche sull'eventuale abolizione precauzionale della quarantena per i vaccinati che sarebbe "un primo passo importante verso un’acquisizione di responsabile senso civico da parte di tutti".

Omicron, clinicamente, produce una malattia meno grave seppur i contagi esplodano e l'indice di positività del 2 gennaio sia stato addirittura del 21,9%, il più alto di sempre. "Omicron è quello che tutti vedono: diffusa, contagiosa, pericolosa per le persone non vaccinate e fragili". Il vaccino, però, copre dalle forme gravi: non ha più importanza se si hanno lievi sintomi o se si è addirittura asintomatici. "Il ciclo completo di profilassi vaccinale sta dimostrando efficacia straordinaria nel controllo dell’espressione patologica nei soggetti contagiati: malattia molto meno grave e a veloce evoluzione benigna". Altra risposta piccata, di Zangrillo, è la domanda sull'esplosione della pandemia con la quarta ondata Covid causata dall'attuale variante. "Classica domanda da italiano autolesionista. Omicron fa parte delle variazioni attese per ogni virus in fase di adattamento all’ospite".

"Basta ansia e panico"

Seppur più diplomatico, anche il Bassetti pensiero è molto simile a quello del Prof. Zangrillo, sicuramente per quel che riguarda la nuova variante del Covid-19. Anche se i casi dovessero arrivare a 200mila al giorno "la situazione non è paragonabile a quella dello scorso anno, grazie ai vaccini che ci stanno aiutando. Per questo non serve l'ansia e il panico nell'affrontare l'aumento dei casi", afferma il direttore della Clinica di malattie infettive all'ospedale Policlinico San Martino di Genova. Punto in comune anche l'importanza della terza dose che protegge in maniera ancora più efficace del ciclo vaccinale per quanto riguarda l'ospedalizzazione ma soprattutto il punto sui tamponi.

"L'Italia è diventata un tamponificio e sarà difficile uscirne", aveva affermato Matteo Bassetti come scritto sul Giornale.it, il quale ha fortemente criticato la vera e propria corsa ai tamponi che si è scatenata durante le feste natalizie e che ora rischia di mandare in tilt la trafile dei test e lo stesso sistema di tracciamento, essenziali per monitorare l'andamento della pandemia.

In un'intervista esclusiva del Giornale, il virologo Fabrizio Pregliasco ha sottolineato come sia importante eliminare il tampone per fine quarantena per snellire un sistema già ormai in tilt. "È chiaro però che l'esecuzione di così tanti test rischia di far collassare il sistema e di mandare in quarantena tutto il Paese".

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