Castello di Cacchiano, la storia del Chianti Classico

La cantina della famiglia Ricasolo-Firidolfi ruota attorno all’ex maniero costruito nel X secolo e oggi cuore di una realtà vinicola che esprime al meglio il terroir e le caratteristiche delle diverse annate. Come nel caso del Chianti Classico Riserva 2019, potente ed elegante

Castello di Cacchiano
Castello di Cacchiano
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Una storia millenaria quella del Castello di Cacchiano, edificato nel X secolo nel cuore di quella che oggi è l’area di produzione del Chianti Classico, nella provincia di Siena. Il maniero nacque sui resti di un antico insediamento romano, e per i secoli successivi fu un bastione difensivo nella furiosa guerra tra Siena e Firenze. Poi, alla fine del Cinquecento, venute meno le esigenze belliche, fu trasformato in villa-fattoria a vocazione agricola, essendo il territorio circostante fin da allora vocato alla produzione di ottimi vini. La famiglia proprietaria, i Ricasoli-Firidolfi, divennero così un punto di riferimento della viticoltura locale e nel 1924, cento anni fa tondi tondi, Luigi Ricasoli-Firidolfi fu tra i fondatori del Consorzio dei produttori, oggi diventato Consorzio del Vino Chianti Classico.

Castello di Cacchiano cantina

Oggi Castello di Cacchiano è nelle mani di Giovanni Ricasoli-Firidolfi, nipote di Luigi, che prosegue il lavoro del padre Alberto, che nel 1967 innovò profondamente la cantina, e della moglie, la contessa Elisabetta Balbi Valier, chiamata da Luigi Veronelli “La Donna del Vinsanto” per il suo talento nella produzione di questo prodotto. “Quando, nel 1983, ho iniziato la mia personale avventura nel mondo del vino – dice oggi Giovanni - sapevo che nulla di quello che avrei fatto poteva prescindere dalla mia storia. E con la parola storia identifico, in realtà, molte altre storie oltre alla mia: quella della mia famiglia, quella della mia terra, quella della terra di produzione del Chianti Classico”.

La tenuta si estende su una superficie di 200 ettari di cui 36 vitati immersi in un ecosistema di notevole biodiversità. I vigneti si trovano a Monti in Chianti, all’interno dell’UGA (unita geografica aggiuntiva) di Gaiole, a un’altezza che varia dai 340 e i 490 metri sul livello del mare, e comprendono le storiche varietà indicate al tempo da Bettino Ricasoli, quadrisavolo di Giovanni, come Sangiovese, Colorino, Malvasia Nera, Bianca e Canaiolo, ma anche l’internazionale Merlot, che qui trova condizioni ideali. Il terreno è limoso-argilloso e con detriti di calcare marnoso e di arenarie calcarifere, ciò che fornisce ai vini freschezza, eleganza, una solida impalcatura tannica su cui si edifica una rimarchevole complessità.

L’azienda chiede ai vini di esprimere al meglio il terroir e le differenti annate e a questo obiettivo è mirato l’accurato lavoro in vigna e nella cantina di origine medievale.

Di recente ho avuto modo di assaggiare il Chianti Classico Riserva dell’annata 2019, da uve Sangiovese e Colorino raccolte e fermentate insieme mentre la Malvasia Nera è stata lavorata a parte. La fermentazione alcolica è avvenuta in serbatoi di acciaio inox, la macerazione è durata 18 giorni. Poi l’assemblaggio e il trasferimento in botti di medie dimensioni di rovere di Slavonia e in tonneaux di rovere francese per 14 mesi. Poi l’imbottigliamento nel mese di agosto del 2021 e un lungo riposo in bottiglia. Il vino ha colore rosso rubino profondo, naso con more di ciliegia matura, macchia mediterranea, china, caffè. In bocca è palpitante, tagliente, con note balsamiche e pepate, il finale lungo e sapido. Il prezzo è sui 30 euro a bottiglia.

Gli altri vini della cantina sono il Chianti Classico Docg, il Chianti Classico Docg Gran Selezione Millennio, il Toscana Igt Fontemerlano, il vino spumante rosé metodo classico millesimato brut Castello di Cacchiano, omaggio al quadrisavolo Conte Marco Balbi Valier, che nel XIX secolo dette inizio alla storia moderna del

Prosecco, isolando e selezionando un migliore clone di Prosecco, ancora oggi conosciuto come varietà Balbi, e il Vin Santo del Chianti Classico Docg. Castello di Cacchiano produce anche un buon olio Dop Chianti Classico.

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