Castello di Semivicoli, l’Abruzzo austero

Una linea di tre vini, due bianchi (Trebbiano e Pecorino) e un rosso (un blend di Merlot, Cabernet Sauvignon e Montepulciano) che rappresentano l’omaggio dell’azienda Masciarelli al maniero seicentesco trasformato dopo un lungo restauro in un relais di charme per enoturisti

Castello di Semivicoli, l’Abruzzo austero
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Masciarelli Tenute Agricole è una delle aziende che ha contribuito a fare grande l’Abruzzo del vino. Nata nel 1981 grazie a Gianni Masciarelli, profeta della moderna vitivinicoltura, è sopravvissuta al trauma della sua scomparsa improvvisa nel 2008, trovando nella vedova Marina Cvetic una insospettata donna di acciaio che ha continuato a fare crescere la cantina, oggi tra i grandi marchi del vino in Italia.

Oggi Masciarelli conserva la sede storica a San Martino sulla Marrucina, in provincia di Chieti, ma conta vigneti e uliveti di proprietà in tutte e quattro le province abruzzese, proponendosi come vera piccola enciclopedia dell’enologia regionale, con linee produttive Villa Gemma, Iskra, Marina Cvetic, Gianni Masciarelli, Linea Classica, La Botte di Gianni e Castello di Semivicoli. E oggi vi parlerò proprio di quest’ultima, che ha il suo cuore nel seicentesco palazzo baronale trasformato, dopo un lungo restauro conservativo, in relais de charme tra i vigneti, centro propulsore dell’enoturismo nella zona.

Il Castello di Semivicoli è un luogo di eleganza austera, che merita certamente un viaggio. E alla quale è stata dedicata una linea di tre etichette, due bianchi e un rosso, che ho avito di recente occasione di degustare. Partiamo da quest’ultimo, un Rosso Terre di Chieti Igt nell’annata 2020, uvaggio di Merlot, Cabernet Sauvignon e Montepulciano prodotto a partire dal 2009 nel vigneto di Casacanditella, nel Chietino, a 380 metri sul livello del mare, su un terreno marnoso e argilloso ricco di scheletro e con esposizione a Nord-Ovest. Le viti sono piuttosto fitte, (6.200 piante per ettaro) ciò che consente una resa molto bassa (80 quintali per ettaro) e quindi uva di alta qualità. Che viene vinificato in acciaio inox a temperatura controllata, con macerazione per 10-15 giorni e affinamento sempre in acciaio. Il vino è pulito e netto, dal colore rubino con riflessi granata, un naso complesso di frutti rossi, buccia di arancia, spezie dolci, un sorso elegante, equilibrato con finale sapido e buona persistenza. Si abbina a piatti di carni rosse e selvaggina. Acquistabile a 19,90 euro sullo shop on line aziendale.

Castello Semivicoli, il Rosso

Tra i due bianchi ho assaggiato soltanto il Trebbiano d’Abruzzo Doc Superiore 2022, anch’esso da uve coltivate a Casacanditella. Prodotto dal 2009, subisca una criomacerazione in pressa e fermentazione in acciaio e affina dodici mesi sulle fecce e poi lungo tempo in bottiglia. Il colore è giallo paglierino con riflessi verdastri, il naso complesso e vagamente agrumato, un sorso sapido e minerale di grande lunghezza. Un vino che si abbina a primi ben salsati, a carni bianche, a frittate con erbe, a risotti. Acquistabile a 25,90 euro sullo shop on line aziendale.

Non ho assaggiato perché finito invece il Pecorino, anch’esso dalle vigne di Casacanditella, da viti coltivate su terre marnose e calcaree, che viene descritto come un vino dal naso esotico, di pompelmo rosa, di lime, con sorso minerale e balsamico. Sarà per la prossima annata.

Castello Semivicoli, Trebbiano

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