Château d'Esclans, il rosato diventa arte

Una tenuta nel cuore della Provenza nata per volere di Sacha Lichine (e oggi per il 55 per cento appartenente a LVMH) per produrre il miglior rosé del mondo. Un vino, il Garrus, che rappresenta la massima espressione della Grenache e che ha una longevità da Champagne, e il Les Clans spiccatamente gastronomico

Château d'Esclans, il rosato diventa arte
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Château d’Esclans è una tenuta situata nel cuore della Provenza, a nord-est di St. Tropez. Fu acquistata nel 2006 da Sacha Lichine, una vita intera dedicata al vino in ogni suo aspetto, che voleva farne il più grande vino rosato del mondo. Che questo sia accaduto o no non sta a me dirlo, di certo Lichine ha contribuito al rinascimento del terzo modo di bere, fino a qualche anno fa considerato minore rispetto a rossi e bianchi. Dal 2019 nell’azienda è entrato il gruppo del lusso LVMH, che ha acquisito il 55 per cento delle quote, lasciando il restante 45 allo stesso Lichine, che continua a riversare in Château d’Esclans le sue migliori energie. Oggi Lichine è affiancato da Bertrand Léon, direttore tecnico fin dal 2011, enologo diplomato a Bordeaux che ha lavorato a Château Mouton Rothschild e a Château Fieuzal e che conduce l’azienda di proprietà, Château Les Trois Croix, e da Jean-Claude Neu, cantiniere diplomato a Hyères.

Château d’Esclans si trova in una posizione davvero magica, in una collina vicina al Gorges de Pennafort, 25 chilometri dall’antica città romana di Fréjus. Le prime tracce del castello risalgono ai tempi della Gallia, quando era un punto di avvistamento di eventuali navi nemiche in arrivo dal golfo del Fréjus. L’azienda conta 427 ettari dei quali 140 sono condotti a vigneto. A Sud, nella subregione del Fréjus i terreni sono più ricchi in argilla e il clima è più fresco e le vigne più giovani recano profumi freschi e bocca croccante mentre nelle alture di Draguignan, dove nel terreno si trovano strati di calcare e gesso, viti che hanno fino a cento anni di età producono uve più da meditazione.

È qui che viene prodotto uno dei tre vini che ho avuto l’occasione di assaggiare, il Garrus, che prende il nome dal modo in cui un tempo venivano chiamati gli orsi del Massif des Maures e che è il progetto più importante di Château d’Esclans da uve di un singolo vigneto secolare di Grenache vinificate esclusivamente in botti di quercia di 600 litri a temperature controllate per undici mesi, con un batonnage due volte a settimana e un periodo. Un vino sensuale, dal colore buccia di cipolla scarico, dagli aromi eleganti di zest di limone e di frutto della passione, il sorso complesso e fresco, che ricorda quello di un grande Champagne per le note tostate e di pasticceria, un finale cremoso e ricco, molto persistente.

Gli altri vini da me assaggiati sono il Château d’Esclans da uve Grenache e Rolle (il nostro Vermentino), dagli aromi di frutti rossi, vaniglia e pera e dal sorso cremoso, ricco, complesso, con una piacevole nota salina e minerale; e il Les Clans, un rosato da invecchiamento, spiccatamente gastronomico, con note aromatiche di piccoli frutti rossi e nocciole e al sorso grande corpo ed eleganza, richiami di ananas candito e di zenzero.

Gli altri vini

sono il Whispering Angel, probabilmente l’etichetta di maggiore successo dell’azienda, il muscolare Rock Angel, lo sbarazzino Beach e The Pale. I prezzi vanno dai circa 22 euro di Whispering Angel fino ai 150 euro di Garrus.

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