Il nostro Vinitaly 2024. I rossi/1

Quinta puntata del nostro viaggio tra i migliori assaggi della rassegna veronese. Qui raccontiamo due grandi chiantigiani (Bertinga e Vecchie Terre di Montefili), un Aglianico subacqueo (Cantina di venosa), un notevole Grignolino (Vicara) e un Pinot Nero del Collio (Borgo Conventi)

Il nostro Vinitaly 2024. I rossi/1
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Quinta e penultima puntata del nostro viaggio attraverso i migliori assaggi del Vinitaly 2024, da poco conclusosi alla Fiera di Verona. Nelle ultime due puntate affrontiamo (finalmente, dirà qualcuno) i rossi, cinque oggi e cinque domani. Buona degsutazione.

Carato Venusio 2013 Cantine di Venosa Una cantina sociale lucana, che contrario di quanto si potrebbe pensare è aperta all’innovazione in modo anche piuttosto estremo, come nel caso di questo Aglianico in purezza da vitigni con mezzo secolo di età, vendemmia a inizio novembre, con lieve surmaturazione sulla pianta, selezione manuale e affinamento in piccole botti di rovere francese per 18/24 mesi, e poi in bottiglia per almeno 12 mesi. Di questo vino austero e balsamico, con una scia di incenso finale e bocca elegante e profonda, viene prodotta anche una versione singolare, affinata in “cantinamento" sotto il mare di Portofino, per sei mesi a 50 metri di profondità. Un vino per amatori, vellutato e lievemente iodato in bocca, prodotto in 600 esemplari destinati ai migliori ristoranti e a pochi amatori, a prezzi comprensibilmente non popolari. Per tutti gli altri, la versione “terrestre” comunque buonissima.

Vigna nel Bosco 2019 Vecchie Terre di Montefili Una piccola azienda nel cuore del Chianti Classico, nel comune di Greve, una dozzina di ettari nelle terre dei feudi dell’abbazia di Passignano, dove l’enologa Serena Gusmeri produce alcuni notevoli che produce delle interessanti versioni del tradizionale rosso toscano a base Sangiovese, ma anche alcuni notevoli “supertuscan” tra i quali questo Sangiovese in purezza da una selezione in vignet di cui vengono prodotte appena 2572 bottiglie numerate. Un vino nitido e luminoso, dal naso di ciliegie mature, di piccoli frutti di vosco e spezie come noce moscata e cannella, con una piacevole scia balsamica. In bocca è risoluto e pulito, con un bel finale lungo.

.G Grignolino del Monferrato Casalese 2022 Vicara Un’azienda del Monferrato guidata da Giuseppe Visconti, che si estende su 70 ettari, dei quali la metà vitata, con terreni marnosi che sono un bignamino di dodici successive ere geologiche e che danno un’impronta assai decisa ai vini. Ci ha colpito molto questo malizioso .G nel quale il punto iniziale sta a indicare la volontà di “fare il punto” su questo vino che un tempo era tra i più diffusi in Piemonte e che poi è stato oscurato dai grandi delle Langhe e dalla Barbera. Un vino che fa solo acciaio per conservare la purezza del frutto, che si si esprime in bocca con un tannino domabile e una buona freschezza, mentre al naso domina il pepe bianco, che rende un po’ piccante la piccola frutta rossa e la rosa canina.

Volta di Bertinga 2019 Bertinga Torniamo in Toscana, per la percisione a Gaiole in Chianti, dove opera questa azienda che punta forte sui “cru” aziendali di Bertinga, Adine e Vertine, che danno caratteristiche speciali a ogni vino, incaricato di rappresentare con precisione ogni terroir e ogni annata. Abbiamo faticato a scegliere tra assaggi tutti memorabili, tra il Bertinga e il Sassi Chiusi, entrambi da blend di Sangiovese e Merlot, e il Punta di Adine che rappresenta la massima espressione del Sangiovese, ma alla fine abbiamo scelto il Volta di Bertinga, forse il migliore Merlot italiano che ci sia capitato di assaggiare negli ultimi anni: rosso impenetrabile, naso caldo di frutti di bosco e agrumi, bocca regale, fresca e mentolata, di inconsueta lunghezza nel tempo.

Euda 2021 Pinot Nero Borgo Conventi Un’azienda nel cuore del Friuli enologico, che prende il nome dal primo monastero costruito a Farra d’Isonzo sui terreni donati ai domenicati dal conte Strassoldo, detto “il Rizzardo”. L’azienda è nata nel 1975 ed è stata a lungo nelle mani dai folonari, che nel 2019 l’hanno ceduta ai Moretti Polegato, quelli di Geox. Trenta gli ettari, suddivisi tra i territori dell’Isonzo e del Collio.

Da quest’ultimo ecco l’ultima scommessa aziendale, un Pinot Nero dedicato ad Amedeo Modigliani, a cui si richiama anche la bella etichetta, Euda, presentato al Vinitaly: rosso rubino con riflessi violacei, un naso ricco di ciliegie, karkadè e tostature lievi, una bocca con tannini in ghingheri e buona persistenza. Un Pinot Nero forse un po’ più potente rispetto alla media di questo vitigno ed estremamente eloquente.

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