La Pettegola, il rosato sbarazzino di Banfi

Un vino a base Sangiovese e Merlot di grande freschezza e salinità affianca il bianco a base Vermentino nella linea di etichette prodotte in Maremma dalla grande azienda di Montalcino, che ha sempre avuto una visione innovativa. Fin da quando fu creata dai fratelli italoamericani Mariani. Era il 1978, e il mondo del vino italiano non sarebbe più stato lo stesso

La Pettegola, il rosato sbarazzino di Banfi
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Un nuovo vino nell’universo Banfi, una delle cantine più famose di Montalcino. La linea La Pettegola si arricchisce del Rosé, che affianca il bianco a base Vermentino. Un vino disponibile sul mercato da poche settimane e che intercetta l’interesse del mercato per i vini rosati con un prodotto particolarmente elegante e avvolgente.

La Pettegola Rosé è un assemblaggio di Sangiovese e Merlot. L’annata 2024 da me degustata è frutto di un inverno mite e di un aprile straordinariamente caldo, che hanno anticipato leggermente il germogliamento. I mesi di maggio e giugno, piovosi e con temperature inferiori alla media, sono stati seguiti da un luglio e un agosto con temperature talmente elevate da inibire la fotosintesi impedendo un’accelerazione della maturazione. Il Sangiovese e il Merlot sono stati raccolti precocemente per preservare freschezza ed acidità. La fermentazione è avvenuta a temperatura controllata (13-16°) in tini in acciaio, l’affinamento in tini in acciaio con sosta sulle fecce per circa due mesi. La gradazione alcolica è di 12,5, la temperatura consigliata di servizio 12-14°, l’abbinamento è con fritture di pesce, frittate di verdure, antipasti leggeri e primi non troppo conditi. Il vino ha un colore rosa antico con sfumature violacee, al naso esibisce note floreali, di viola e rosa canina, in bocca è fresco e salino, con un finale lungo e che lascia un ottimo ricordo. Un vino davvero molto equilibrato.

“Siamo particolarmente felici per il lancio di La Pettegola Rosé, fiduciosi per il felice binomio che sposa due successi, l’indiscutibile affermazione sul mercato del brand La Pettegola e l’attuale trend positivo dei vini rosati”, dice Rodolfo Maralli, presidente e direttore sales&marketing. La Pettegola Rosé vanta un look vivace ed estremamente elegante, ispirato al colore Tiffany Blue, enfatizza tutti gli elementi che, fin dall’inizio, hanno reso La Pettegola ben riconoscibile: l’uccellino e la scia con le sue linee sinuose spiccano sull’etichetta. Il 2025 si profila come un anno molto importante per La Pettegola, iniziato con il restyling del packaging del Vermentino e proseguito con la presentazione dell’ottava edizione della Limited Edition firmata dall’artista Elisa Seitzinger.

Banfi è una delle cantine più famose del nostro Paese, la cui storia ha inizio nel 1978, quando i due fratelli italoamericani John e Harry Mariani, assieme all’enologo Enzo Rivella, sviluppano a Montalcino un progetto allora innovativo in modo dirompente per il mercato italiano. L’obiettivo era dare vita a una tenuta moderna che potesse coniugare qualità, tradizione e capacità produttiva. Fin dall’inizio, il progetto mirava a eccellere nel panorama vinicolo toscano e non solo, grazie all’integrazione di tecniche innovative con la tradizione viticola italiana e toscana in particolare.

Oggi, la cantina è gestita dalla terza generazione della famiglia Mariani, rappresentata dai cugini James e Cristina. La produzione annuale è di circa 10 milioni di bottiglie, con una varietà di etichette che spaziano dal Brunello di Montalcino al Moscadello, fino a vini da vitigni internazionali. Il Castello Banfi, situato tra i fiumi Orcia e Ombrone, copre circa tremila ettari, di cui un terzo destinato ai vigneti. Le terre di Montalcino sono affiancate da quelle della Maremma, del Chianti Classico, del Piemonte e dell’Emilia, un mosaico di terreni che contribuisce alla qualità dei vini.

La sostenibilità è un principio cardine per Banfi. L’azienda adotta pratiche agricole ecosostenibili e investe nella ricerca per migliorare la qualità dei vini senza compromettere l'ambiente. Il progetto "Horizon" è un esempio di questo impegno: una zonazione dei vigneti che consente di massimizzare le potenzialità delle uve, applicando soluzioni precise per ogni varietà. Le oltre settemila barrique della cantina sono utilizzate per invecchiare i vini in modo ottimale, mantenendo un perfetto equilibrio tra tradizione e modernità. Il Brunello di Montalcino Riserva Poggio all’Oro, il vino simbolo di Castello Banfi, è l’esempio perfetto di questa sintesi tra passato e futuro.

Un vino che esprime al meglio la qualità del terroir e l'esperienza della cantina, rappresentando una delle eccellenze del panorama vinicolo toscano. La continua evoluzione dell’azienda dimostra come Banfi continua a investire nella ricerca, nella sostenibilità e nella qualità, per restare un punto di riferimento del settore

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