Pol Roger, 175 anni di grande Champagne

La maison di Épernay, una delle poche ancora nelle mani della famiglia del fondatore, è tra le più blasonate della regione, nonché la preferita di Sir Winston Churchill, a cui ha dedicato una cuvée. I suoi vini sono lungamente affinati e quindi maturi e profondi. Ho assaggiato con Bastien Collard il Brut Réserve, il Pure Extra Brut e il Blanc de Blancs 2015. Ecco com’è andata

Bastien Collard
Bastien Collard
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Un secolo e tre quarti di leggenda. Pol Roger festeggia 175 anni di storia e lo fa con l’orgoglio di una delle pochissime maison ancora oggi di proprietà della famiglia del fondatore (sono passate sei generazioni) e di una produzione di eccellente livello medio grazie alla filosofia produttiva che predilige i lunghi invecchiamenti.

La storia di Pol Roger inizia nel 1849 ad Aÿ, quando il giovane si improvvisa vignaiolo per turare le falle finanziarie di una famiglia di notai evidentemente poco lungimiranti. Sorprende il rapido successo del prodotto, in un’epoca assai pre-social, caratterizzato da un dosaggio Brut molto affine ai gusti dei britannici, allora primi consumatori del vino con le bolle. E britannico è il più famoso aficionado degli Champagne Pol Roger, sir Winston Churchill, che li scopre per merito di Odette Wallace, moglie di Jacques Pol-Roger, durante il ricevimento presso l’ambasciata britannica a Parigi per festeggiare la firma dell’armistizio. Churchill si innamora dell’annata 1928 del Vintage, e chissà, forse anche un po’ della disinvolta Odette, che in ogni caso da quel momento non perde occasione di fargli recapitare una cassa di quel vino. Un rapporto speciale, quello tra il grande leader politico britannico e la maison (nel frattempo trasferitasi a Épernay) che ha portato alla creazione di una cuvée a lui dedicata, prodotta nel 1975, a dieci anni dalla sua morte, con lo stile che Churchill prediligeva: un vino maturo, complesso, profondo. Non si sbaglia di certo sostenendo che la Cuvée Sir Winston Churchill, oggi alla sua diciannovesima annata, è uno dei più prestigiosi Champagne al mondo.

Pol Roger, la cantina

Non c’era la cuvée dedicata allo statista tra quelle che ho avuto la fortuna di degustare in un appuntamento in compagnia di Bastien Collard, segretario generale dell’azienda e appartenente alla sesta generazione di Pol Roger, ma non ho avuto di che dolermene. Ho infatti assaggiato tre altre straordinarie etichette: prima fra tutte, il Brut Réserve che ha subito il dégorgement nel maggio scorso, dall’inconfondibile capsula bianca, il vino che riassume nel modo più completo lo stile aziendale: un “sans année” ottenuto dall’assemblaggio di una trentina di vini differenti con tutti e tre i vitigni classici. Uno Champagne dall’equilibrio perfetto, dal colore giallo paglierino brillante e dal perlage fine e persistente, con un bouquet aromatico che va dai fiori alla frutta matura ed esotica, con un finale di vaniglia e di forno. Il sorso è pieno e complesso, si succedono profumi di frutta cotta, di miele, di agrumi. Lunga la persistenza. Poi è stata la volta del Pure Extra Brut, il dosaggio zero che esalta l’assolutezza della cuvée classica. Giallo paglierino alla vista, con un perlage fittissimo, è inebriante al naso (con tante spezie) e sontuoso in bocca, con un finale sapido e agrumato. Infine il Blanc de Blancs 2015, ottenuto esclusivamente da uve Chardonnay selezionate tra i Grand Cru della Côte des Blancs, tra Oiry, Chouilly, Cramant, Avize, Oger, e Les Mesnil-Sur-Oger. Color oro, perlage compatto, al naso esibisce note di agrumi, di forno, di burro, che poi evolvono verso il tostato e il caramellato. Il sorso è potente e indimenticabile. Un grande campione.

Pol Rger, la maison

La maison Pol Roger, fornitore ufficiale della Corona Britannica, è situata al numero 44 dell’Avenue de Champagne a Epernay, con una cantina che si dirama per ben 7 km ad una profondità di 33 metri sotto al livello stradale. I vigneti Pol Roger (nel frattempo Pol, da nome di battesimo del fondatore, è diventato parte del cognome della famiglia) raggiungono oggi un’estensione di 92 ettari, tra la Valle della Marna, la Côte des Blancs e la Montagne de Reims: le vigne di proprietà costituiscono fra il 40 per cento degli approvvigionamenti mentre le altre uve sono fornite da viticoltori fidelizzati, legati al brand da contratti a lungo termine. I tre vitigni tipici della Champagne, Pinot Noir, Chardonnay e Pinot Meunier, si ritrovano in parti più o meno uguali nel vigneto e nelle uve acquistate. La vendemmia è esclusivamente manuale, per garantire una perfetta raccolta e qualità delle uve. Il know-how di Pol Roger si riscontra anche nella pratica della seconda schiumatura a freddo (per 24 ore a 6 °C), per conservare al meglio la freschezza e gli aromi del frutto.

A questo punto non posso che essere d’accordo con Sir Churchill, ancora lui, quando diceva che “lo Champagne trasmette euforia, i sensi ne sono rinvigoriti, l’immaginazione è più fervida e l’intelligenza risulta più brillante!”.

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