Se Charlie Brown fa il pugliese

Ritorna al nome originario il ristorante-pizzeria di via Spartaco a Milano. Il titolare Antonio Moscara ha voluto un restyling che ricorda una masseria di campagna. Il menu punta tutto sul Salento, dalle paste alle carni cotte sulla brace, dalle verdure ai dolci. E poi ci sono le pizze, sia quelle tradizionali sia quelle con grano antico. Vini del territorio e tanto calore

Antonio Moscara
Antonio Moscara
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Un Charlie Brown pugliese si aggira per Milano. Si tratta di una pizzeria storica all’angolo tra via Spartaco e via Cadore, che da poco ha ritrovato il nome con cui è conosciuta da molti decenni dagli abitanti del quartiere. Il suo proprietario, il salentino Antonio Moscara, l’ha rilevata nel 1996, poi ne ha modificato il design e il nome nel 2010, quando si trasformò in Terre d’Otranto, riproponendo grazie a un accurato restyling l’architettura di un antico frantoio ipogeo pugliese (il cosiddetto trappeto). Poi un nuovo cambiamento. Nel 2024 Moscara chiama lo studio Naos Design per trasformare gli interni del frantoio in quelli di una tradizionale masseria di campagna, con pietra e tocchi. Un po’ a sorpresa decide anche di tornare al nome portafortuna che evoca il personaggio di Schulz a cui aggiunge “il Pugliese”. E’ il ritorno di un mito locale.

La cucina di Charlie Brown è semplice e gustosa, e nessuno potrebbe aspettarsi niente di diverso arrivando. La carta è organizzata nelle sezioni che compongono una cena salentina classica. Nella mia visita serata di qualche giorno fa, mentre molti degli ospiti erano distratti dalla finale degli Europei, sono partito dal “Pizzulisciemù“, piluccamento di antipastini: i frittini sono piuttosto buoni, ma molto meglio è la Scurtigghiata, un composto di favette, cicoria, pancotto e olio al peperoncino. Sapori forti nel piatto che comprende le Friselle con pomodori confit, stracciatella e lardo, le bruschette, le pizze di patate alla pizzaiola. Non ho assaggiato per ragioni di capienza le paste, ma sono quelle che ci si apetta che siano: Orecchiette alle cime di rapa, Ziti con sugo e polpette, Zuppa di legumi e cereali, la Tiellacon riso, patate e cozze proposta in monoporzione gratinata al forno. Ne ho visto girare qualche piatto e avevano una bella “faccia”. C’è anche una parte vegetale (lo spirito del contadino) con Fave e cicoria, Cime di rapa ‘nfocate, puntarelle con cipollotto e cacioricotta e verdure di campo e qualche testimonianza “latticina” direttamente dalle Murge. Ma anche qui non ho provato e vado a sensazione (buona).

Charlie Brown

Dalla griglia a vista (braceria della pizzica salentina) arrivano le bombette salentine lavorate a mano con broccoli, veramente notevolissime. Dal bancone della carta si possono scegliere anche la Salsiccia con rape ‘nfocate, la Costata di asina o puledra o la Tartare di puledrina condita con ricotta di pecora, cipolla caramellata, capperi e uova. Per me sarà per la prossima volta.

E’ il momento della pizza, classico della casa. A quelle tradizionali alla napoletana, cotte nel forno a legna e a lunga lievitazione. Alle tradizionali (la Charlie Brown è con pomodoro, fior di latte, wurstel e patatine fritte, che i napoletani ci perdonino) si aggiungono quelle più creative su una base leggera e digeribile perché realizzata con grano antico. Tra esse provo il Panzerotto leccese, fritto e con pomodoro, mozzarella e ricotta di bufala. Davvero un capolavoro di asciuttezza. Ci sono anche le pizzate pugliesi: la Puccia barocco leccese con caponata, capperi, olive e Burrata d’Andria e la Casereccia, con fior di latte, stracciatella, caponata di melanzane, cipolla, capperi e sfilacci di bresaola. L’ultima novità sono i Roll in Pizza, pasta della pizza arrotolata su sé stessa ad avvolgere vari ingredienti e poi fritta e poi tagliata a rotelle: la Frizzulisciamu è con fave, cicoriella, friscous integrale, cotto e stracciatella. Dolci tipici (ma il Panzerotto andrebbe migliorato, mi è apparso un po’ secco) e vini per lo più salentini. Per me un grande rosato, il Five Roses di Leone De Castris.

Charlie Brown è uno di quei posti che costruisce l’anima di un quartiere. Anche se attorno alla Puglia, che del resto a Milano è di casa.

“Il Salento - dice Moscara – è una terra viva e sensuale, a tratti eccessiva ma magica: la sua cucina, che ne è riflesso, ha saputo attraversare la notte dei tempi e giungere a noi pressoché immutata, ma si è anche aggiornata alle mode e ai ritmi di oggi, ecco perché tra i piatti di Charlie Brown ho scelto di inserire delle novità contemporanee”.

Charlie Brown, via Spartaco 37, ang. Via Cadore. Tel. 0255010609.
Sito web ristorantecharliebrown.com. Sempre aperto.
Prezzo medio: 20-25 euro a pranzo e 40-45 euro a cena (bevande escluse)

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