Silvano Marittima, un’estate in spiaggia

Il locale di Vladimiro Poma e Cesare Battisti, aperto nel settembre scorso a Nolo, a Milano, in piazza Morbegno, dopo aver conquistato i foodies con l’atmosfera impagabile, i prezzi corretti e la qualità del cibo, per la bella stagione nei pranzi del fine settimana punta su una proposta interamente di pesce. E convince ancora

Silvano Marittima, un’estate in spiaggia
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Di Silvano, una delle migliori insegne aperte nell’ultimo anno, abbiamo già parlato nella nostra Retrogusto. Un posto speciale, una specie di bistrot-trattoria nato dall’idea di Cesare Battisti, lo chef che con Ratanà ha di fatto “inventato” la trattoria contemporanea alla milanese però quindici anni fa, e di Vladimiro Poma, che ci mette il cuore e anche il non trascurabile fisico, perché alla fine una trattoria che funzioni ha bisogno di una persona sempre presente, che sorrida, racconti, dia continuità a un progetto. Uno skill fondamentale i un’epoca in cui a Milano spadroneggiano format, insegne acchiappapolli, trattorie false come una banconota da tre euro.

Mi sono chiesto più volte il segreto di questo successo destinato a durare nel tempo e a non spegnersi dopo pochi mesi come accade ai locali nei quali l’hype è superiore alla qualità della proposta. E sono giunto alla conclusione che mixare un ambiente confortevole, un lungo bancone, un oste volitivo (per l’appunto), un servizio affettuoso (garantito dalla brava Martina), una buona playlist di classici contemporanei, materie prime eccellenti, un pizzico di fantasia, orari extralarge e prezzi extrasmall non possa che portare a essere amati da tutti. Perché io non conosco nessuno che da Silvano sia stato male. Nessuno, ripeto.

Per la bella stagione che finalmente sembra aver preso coraggio a queste latitudini c’è poi una novità. Nei fine settimana a pranzo l’insegna si trasforma in Silvano Marittima, un piacevole gioco di parole che etichetta una trattoria di mare, che conserva la stessa atmosfera di sempre ma propone una dozzina di piatti “azzurri”. Ho avuto la possibilità di provarne la gran parte, in una sessione di assaggio impegnativa ma nemmeno troppo. Notevoli il Ceviche di alalunga in cui la dolcezza della materia prima e della cipolla fresca viene opportunamente contrastata dall’acidità degli agrumi (e il coriandolo dà una sferzata di freschezza), il Fritto misto cacio e pepe che è talmente leggero da poter essere mangiato con le mani (io l’ho fatto) senza che i polpastrelli restino unto e non capita spesso, le Polpette di sarde in forma di mondeghili, accompagnata da una buonissima maionese al saor. Piatto estremamente complesso e da stomaci forti i Moscardini lavorati con il loro quinto quarto e presentati in umido, una concentrazione di sapore. La Parmigiana di melanzane è di assoluta ortodossia ed è comfort allo stato puro. Un po’ meno convincente invece il Riso patate e cozze, rielaborazione ideata da Vladimiro di un piatto classico della cucina barese, che però qui perde un po’ di slancio, soprattutto perché gli elementi non si integrano alla perfezione. Non ho provato, ma figurano nel menu, i Pomodori ripieni di pappa al pomodoro, che evocano pic nic in spiaggia degli anni Ottanta, le Patate arrosto che da Silvano sono sempre trionfali e l’Insalata di erbe amare. Come dolce la Ricotta al forno con marmellata di cedro e, per chi vuole, delle ciliegie di vignola. Naturalmente io ho mangiato piccole porzioni, altrimenti non avrei retto una simile sequela, ma normalmente i piatti sono più sostanziosi, consentendo di uscire onorevolmente sazi con due piatti più dolce, a un costo che ammonta mediamente a una quarantina di euro.

Si può bere attingendo dalla cantina del locale, varia e con parecchie etichette naturali, macerati o rifermentati, spesso piuttosto inconsuete come il Cava metodo classico con cui io ho accompagnato il mio pranzo. Silvano sembra averci azzeccato ancora.

Silvano si trova in piazza Morbegno 2. È chiuso il lunedì e martedì, dal mercoledì al venerdì è aperto solo a cena, il sabato e la domenica anche a pranzo.

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