Vico Equense, la città delle stelle

La cittadina della Costiera sorrentina è uno straordinario concentrato di eccellenze gastronomiche: ha dato i natali ad Antonio Cannavacciuolo e a Gennarino Esposito, ospita due ristoranti stellati, il locale della storica “pizza a metro”, tante locande notevoli. E ogni anno con Festa a Vico celebra la magia del mangiare bene tutti assieme

Vico Equense, la città delle stelle

Vico Equense è una delle capitali della gastronomia italiana. Grazie a una rete di chef, ristoratori, artigiani ed eccellenza, la cittadina affacciata sul golfo di Sorrento (e con una notevole vista sul Vesuvio) è un luogo dove il cibo è di casa. Da qui è partita anche la parabola di Antonio Cannavacciuolo, che a Vico è nato e ha iniziato a lavorare. E l’ultima dimostrazione è arrivata dalla ventunesima edizione di Festa a Vico, celebrata qualche giorno fa tra i vicoli della città. L’evento, fortemente voluto dallo chef Gennaro Esposito, coinvolge tutta la città per tre giorni: i vicoli si riempiono di banchetti dove chef più o meno rinomati propongono assaggi della loro cucina, cuochi stellati (quest’anno visti tra gli altri Davide Oldani, Claudio Sadler, Anthony Genovese Narda Lepes, Andrea Aprea, Christophe Pelé, Antonia Klugmann, Antonio Iacoviello, Alessandro Negrini, Emanuele Scarello, Giancarlo Morelli, Gaetano Trovato) arrivano da tutta Italia per cucinare gratuitamente nella “cena delle stelle” che si svolge la prima sera, degustazioni di vini da tutto il mondo riempiono il pomeriggio mentre le mattine trascorrono con i talk gastronomici animati da giornalisti, chef, scrittori e produttori. Il tutto per raccogliere fondi in favore di alcune associazioni benefiche, che raccolgono l’intero ricavato della vendita dei biglietti per i vari eventi.

Una manifestazione di grande successo, che muove decine di migliaia di appassionati verso la penisola sorrentina, ma che non deve far dimenticare che Vico Equense vive di cibo tutto l’anno, grazie a numerosi tra ristoranti, pizzerie, botteghe e può essere l’ideale destinazione di una vacanza tra mare e sapore.

Partiamo naturalmente dalla Torre del Saracino, il ristorante bistellato di Gennarino Esposito, che si trova in località Seiano, sul mare, ai piedi di Vico da cui è divisa da un paio di centinaia di gradini piuttosto impegnativi. Qui Esposito, in un locale elegante che ha nella torre una piacevole lounge, propone la sua idea di cucina profondamente legata alle radici campane dello chef ma anche capace di guizzi contemporanei: tra i piatti da menzionare il Cipollotto nocerino cotto sottocenere con spuma di papaccelle e parmigiano, l’Anguilla del Lago Miseno alla brace con topinambur, tamarindo e purea di mela annurca, i Mezzi paccheri con scuncilli, padelle e ricci di mare, il Piccione allo spiedo con anacardi, amarene di Montechiaro e tartufo nero. Ai dolci memorabile la Deliziosa alla fava tonka, frutta di stagione e croccante di meringa. Menu degustazione Identità e Territorio a 280 euro, un viaggio a mano libera dello chef di otto portate a 220, cinque portate a 190.

L’altro stellato cittadino (tanta roba per una città di 20mila abitanti) è l’Antica Osteria Nonna Rosa il località Pietrapiana, dove lo chef Peppe Guida, che si definisce “orgogliosamente autodidatta” propone la sua idea di viaggio nell’anima dei sapori, ispirato dalle donne della sua vita, prima tra tutte la nonna che fa da “title track”. La sua è una cucina di orto, che si nutre dei prodotti biologici coltivati in faccia al Vesuvio. Il locale chiude da maggio a ottobre e riaprirà quindi in autunno con il nuovo menu. Nel frattempo potate consolarvi con i prodotti firmati Peppe Guida in vendita on line (le conserve di pomodoro sono straordinarie).

Altri ristoranti da non perdere sono: Il Bikini, al km 13,900 della strada statale 145 Sorrentina, il ristorante di un confortevole stabilimento balneare che propone a pranzo una locanda di mare (con piatti come gli Scialatelli con cozze, friggitelli e pomodorini e una mitologica Frittura di pesce mista) e a cena con la proposta più fine dining dell’Atollo (i menu Rigenerazione e Acquerello, cinque portate a 75 euro il primo, sette a 95 il secondo); L’Accanto dell’hotel Angiolieri in località Seiano, dove lo chef Fabrizio De Simone propone una cucina tradizionale con tocchi di eleganza; Il Maxi al km14,500 della Sorrentina, nell’hotel Capo La Gala, dove lo chef Emmanuel Scotti, allievo di Gaetano Trovato, propone piatti notevoli come E’ Tutta una Bufala e il risotto Quando arrivi manda un messaggio: la stella non è lontana; il Mima in via Madonnelle, che propone una buona cucina di impianto semplice e che d’estate si trasferisce sul rooftop dall’eloquente nome di Terrazza Vesù.

Mi piace citare anche un locale storico di Vico, Pizza a Metro, in pieno centro (via Nicotera, 15). Un luogo nato dall’intuizione di Luigi Dell’Amura, negli anni Trenta dello scorso secolo, di proporre alla clientela pizze di misura variabile a seconda del numero (e dell’appetito) dei commensali, e sul quale si è innestata una sorta di accademia, l’Università della pizza. Il locale è ampio, sempre affollato, con un personale svelto ma sempre sorridente.

Un metro di pizza sfama cinque persone e costa da un minimo di 27 euro della più semplice (la marinara) ai 36 di quelle più creative come la contadina con melanzane arrostite, salame piccante, mozzarella e provolone del monaco. Un posto da provare prima di andare via da Vico. E prima di andare via da Vico vale anche la pena fare qualche acquisto goloso alla Tradizione, una bottega di alto livello.

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