Addio al grande antropologo James Campbell Scott

Il suo lavoro più importante fu studiare le strategie di resistenza delle popolazioni subalterne alle varie forme di dominio. Aveva 87 anni

Addio al grande antropologo James Campbell Scott
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È morto all'età di 87 anni l'antropologo e politologo statunitense James Campbell Scott, autore di importanti ricerche sui contadini del Sud-Est asiatico e sulle loro strategie di resistenza alle varie forme di dominio. Si è spento nella sua casa, una fattoria a Durham nel Connecticut.

Chi era

Professore emerito di Scienze politiche e di Antropologia nell'Università di Yale, dove ha insegnato dal 1976, aveva diretto l'Agrarian Studies Program. Prima ancora era stato docente all'Università del Wisconsin. Era nato a a Mount Holly, nel New Jersey, il 2 dicembre 1936 e si era laureato con una tesi sullo sviluppo economico della Birmania. Fece ricerche sul campo soprattutto nel Sud-est asiatico, grazie alla capacità di parlare correttamente il birmano e l'indo-malese

Da sempre intellettuale libertario, è stato tra i principali esponenti di quella che alla fine degli anni '80 fu definita la "perestroika accademica", che nelle scienze politiche ha portato a un riequilibrio tra gli studi di tipo quantitativo, preponderanti, e quelli di tipo qualitativo.

Il suo grande lavoro

Gran parte del suo lavoro è stato dedicato nell'esaminare i modelli storici per scoprire come i gruppi "impotenti" o subalterni raggiungano l'autodeterminazione, e le strategie che utilizzano per perseguirla. La svolta nella sua carriera avvenne nel 1985 quando, contro il parere dei colleghi che lo consigliarono di non trasferirsi per non danneggiare il suo brillante percorso, Scott andò a vivere in un villaggio della Malesia di sole 70 famiglie.

Da questa esperienza nacque il saggio "L'arte di non essere governati", che esaminava le forme quotidiane di resistenza, considerato il capolavoro del grande antropologo americano. Un modello di controstoria globale in cui descrive l'appassionante storia millenaria delle popolazioni di un'immensa regione del Sud-est asiatico e la loro lotta per l'autodeterminazione e delle loro strategie di rifiuto del potere statale.

Scrittore prolifico

Numerosi sono i libri che ha scritto, tradotti poi in numerose lingue. In italia per Einaudi sono stati pubblicati: "Una controstoria" (2018) e "L'arte di non essere governati. Storia anarchica degli altopiani del Sudest asiatico" (2020). Elèuthera ha pubblicato "Il dominio e l'arte della resistenza. I 'verbali segretì dietro la storia ufficiale" (2021), "Lo sguardo dello Stato" (2019) e "Elogio dell'anarchismo. Saggi sulla disobbedienza, l'insubordinazione e l'autonomia" (2022).

I premi

Nella sua lunga vita ha ottenuto diversi riconoscimenti scientifici.

Nel 2005 la rivista American Anthropologist gli ha dedicato un numero speciale intitolato "Moral Economies, State Spaces, and Categorical Violence" e nel 2020 ha ricevuto l'Albert O. Hirschman Prize per il suo importante contributo interdisciplinare in antropologia, economia e storia.

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