"Carlo pagherà tre milioni per la scorta di Andrea". Rifiutò di farlo per Harry

Re Carlo III avrebbe deciso di sborsare circa tre milioni di sterline all’anno per la security del fratello Andrea, ma non lo fece per suo figlio, il duca di Sussex

"Carlo pagherà tre milioni per la scorta di Andrea". Rifiutò di farlo per Harry

L’atmosfera natalizia che avvolge Buckingham Palace è stata turbata, proprio in queste ore, da una nuova polemica. Stando alle indiscrezioni del Telegraph re Carlo III sarebbe disposto a pagare la scorta del principe Andrea, privato di gradi, trattamento di altezza reale e patronati dopo lo scandalo Epstein. I più critici, però, fanno notare che il sovrano rifiutò di fare lo stesso per il principe Harry, il quale intraprese una battaglia legale, sostenendo di non sentirsi al sicuro durante gli sporadici viaggi a Londra.

La scorta per il duca di York

I working members della famiglia reale britannica, ovvero tutti quelli che lavorano al servizio della Corona, possono contare sulla protezione di Scotland Yard, che viene pagata dai contribuenti. La security, dunque, è uno dei privilegi garantiti per l’impegno e la lealtà nei confronti della monarchia. Di conseguenza chi non è più un royal senior viene privato di questo diritto e deve provvedere di tasca propria alla scorta.

È il caso del principe Andrea e del principe Harry. Al primo è stato imposto di ritirarsi a vita privata nel novembre 2019, dopo lo scandalo Epstein e sono stati revocati gradi militari, patronati, il trattamento di altezza reale e la rendita da 249mila sterline annue. Il secondo, dopo la Megxit nel 2020, ha dovuto restituire i 2,5 milioni di sterline serviti per la ristrutturazione di Frogmore Cottage, al pari dello zio si è visto togliere incarichi militari e non ha potuto più usare il titolo di altezza reale. I motivi della loro esclusione dalla vita pubblica della royal family sono, evidentemente, diversi, ma il risultato è molto simile.

L’ex ministro dell’Interno e membro del Privy Council Norman Baker ha riassunto molto bene la situazione al Sun: “La protezione armata è sempre stata uno status symbol per quelli come il principe Andrea. Naturalmente dovrebbe pagarsela da solo, perché è un privato cittadino e non ha più doveri pubblici. Persone come David Beckham pagano per la loro protezione, perché il principe Andrea non dovrebbe farlo? Non dovremmo essere noi a finanziare la scorta di Andrea o di Harry o di qualunque altro membro della royal family che non ha incarichi pubblici”.

Proprio per questo motivo re Carlo III avrebbe deciso di sborsare 3 milioni di euro circa all’anno per garantire la scorta privata al duca di York. Questo, infatti, non potrebbe permettersi di pagare una cifra così alta e avrebbe chiesto l’intervento del monarca. Eppure lo stesso aiuto garantito ad Andrea ora, sarebbe stato negato a Harry dopo il suo trasferimento negli Stati Uniti. Due pesi e due misure? Dipende dai punti di vista.

La battaglia per la security

Pur di riottenere la protezione a cui riteneva di avere diritto, nel gennaio 2022 il principe Harry non esitò a intraprendere una battaglia legale contro l’Home Office che, da prassi, lo aveva privato di tale privilegio dopo la Megxit: “Il principe Harry ha ereditato un rischio per la sicurezza alla nascita e per tutta la vita...Il Regno sarà sempre la casa del principe Harry e un Paese che vuole che sua moglie e i suoi figli siano al sicuro. Con la mancanza di protezione della polizia, c’è un rischio personale troppo grande”, disse l’avvocato del duca.

L’Home Office, però, non accolse la richiesta, ritenendo che la necessità della security, per i Sussex, dovesse essere valutata “di volta in volta”, in base ai viaggi e agli eventi a cui parteciperanno nel Regno. Il Ministero dell’Interno non accettò nemmeno che Harry pagasse di tasca propria Scotland Yard, sottolineando che la cifra proposta sarebbe stata “irrilevante”.

In quel frangente re Carlo III, all’epoca ancora erede al trono, non intervenne in favore del figlio, poiché le regole sulla scorta pagata dai contribuenti sono chiare. Tuttavia non lo avrebbe nemmeno aiutato a pagare un servizio di protezione privato, possibilità, invece, concessa al duca di York. Almeno secondo le indiscrezioni. Potremmo ipotizzare che Carlo abbia voluto dare una mano al fratello, tenendo conto del fatto che questi vive nel Regno ed è molto vicino al nucleo principale dei Windsor.

Tuttavia questa è un’ipotesi che reggerebbe solo in parte: Harry vive oltreoceano, ma a conti fatti non sarebbe meno esposto di Andrea. Anzi.

Forse, al di là dei rapporti per nulla distesi a causa delle accuse tramite le interviste e il documentario Netflix, Carlo III vorrebbe che il suo secondogenito provasse a mantenere fino in fondo uno dei propositi principali della Megxit: essere economicamente indipendente dalla royal family.

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