Settima eruzione in meno di un anno sulla penisola di Reykjanes, nel sud-ovest dell'Islanda. Nonostante la zona sia costantemente monitorata ormai da tempo, la fuoriuscita è avvenuta, con scarso preavviso, ieri, 20 novembre, intorno alle 23.15.
L'apertura di 3 chilometri
L'eruzione improvvisa ha creato una fessura lunga circa 3 chilometri, ma gli esperti dell'ufficio meteorologico islandese che monitora l'attività sismica sostengono che sia più piccola della precedente di agosto. “Nel quadro generale, questa è un po' più piccola di l'ultima eruzione e quella avvenuta a maggio", ha spiegato Magnús Tumi Guðmundsson, professore di geofisica che ha sorvolato l'eruzione con la Protezione Civile per monitorarla e che ha poi parlato con l'emittente nazionale RUV.
Le emissioni di gas
Per fortuna vista l'entità ridotta, questa volta non esiste pericolo per il traffico aereo, ma le autorità hanno comunque avvertito delle emissioni di gas in alcune parti della penisola, inclusa la vicina città di Grindavík. Molto più importanti i danni per la popolazione, visto che la lava fuoriuscita ha danneggiato infrastrutture e proprietà e ha costretto molti residenti a trasferirsi per garantire la loro sicurezza.
Circa 50 case sono state rapidamente evacuate dopo che la Protezione Civile ha dato l'allarme. Spostati anche gli ospiti del famoso resort Blue Lagoon.
"Grindavík non è in pericolo come sembra ed è improbabile che questa crepa continui, anche se non si può escludere nulla", ha però specificato Magnús Tumi. Nonostante le rassicurazioni, le ripetute eruzioni dell'ultimo anno hanno però causato gravi danni alla città e costretto la maggior parte della popolazione a trasferirsi in altre zone.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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