Ha scatenato un vero e proprio putiferio l'attrice Scarlett Johansson che si è scagliata contro l'uso dell'Intelligenza Artificiale, che l'ha personalmente colpita "rubando" la sua voce.
Cosa è successo
Nel 2013 l'attrice aveva interpretato il personaggio di Samantha, una voce femminile generata dall'intelligenza Artificiale nel film Her con al fianco Joaquin Phoenix. Nella pellicola, guardandola ora visionaria, l'attrice arriva addirittura ad intrattenere una relazione sentimentale con un umano in carne e ossa. Sono passati più di 10 anni ed ora l’Intelligenza Artificiale, che possa piacere o no, è entrata prepotentemente nella vita di ognuno di noi, anche grazie a Sam Altman ceo di OpenAi a cui Scarlett Johansson si è rivolta con una lettera pubblicata dal New York Times dai toni non proprio concilianti.
La sua voce rubata
Nella lunga missiva l’attrice ha raccontato come la società OpenAi, le abbia chiesto di poter utilizzare la sua voce per il suo ultimo chatbot Gpt-4o e dopo il suo rifiuto l’abbia comunque riprodotta lo stesso, facendola in sostanza tornare un’assistente virtuale umanizzata. L'attrice si dice: “Scioccata e arrabbiata" dal fatto che Altman avesse deciso di utilizzare per il suo software una voce così simile alla sua - nonostante il suo netto rifiuto alla richiesta arrivata mesi prima - tanto che anche la sua famiglia e gli amici più stretti non riuscissero a comprenderne le differenze. A farla infuriare, soprattutto il post del ceo di OpenAi, che in occasione del debutto di Gpt-4o ha scritto su X un eloquente her, un più che chiaro riferimento al film interpretato dalla Johansson e quindi alla sua voce, anche se in questo chatbot oltre alla sua se ne possono scegliere altre cinque
Le accuse ad Altman
La lettera non finisce qui, ma snocciola uno per uno tutti gli indizi che inchioderebbero il ceo alle sue responsabilità. Ad iniziare dal fatto che soltanto due giorni prima dell’uscita di Gtp-4o lui stesso avesse chiamato l’agente della Johansson, pregandolo di intercedere con lei affinché ci ripensasse; sostenendo che la sua voce: “Calda e familiare avrebbe potuto accorciare le distanze tra le società tech e le schiere di creativi, aiutando i consumatori a sentirsi a proprio agio nello sconvolgente cambio di scenario che sta ridisegnando l’interazione tra uomo e intelligenza artificiale”.
Senza però attendere la risposta, la demo di Sky -questo il nome della voce - è stata comunque lanciata lo stesso, obbligando l'attrice a rivolgersi ai suoi legali: "Mi hanno costretta per chiedere formalmente ad Altman di dettagliare il processo con il quale la sua società ha creato la voce di “Sky”" ha scritto l’attrice, che almeno per il momento ha vinto la sua battaglia visto che dopo l’azione legale, è riuscita a farla togliere dalla chatbot.
Non è però la prima volta
Per Scarlet non si tratterebbe in ogni caso della prima volta, lo scorso autunno aveva fatto causa a un app che aveva clonato digitalmente le sue fattezze in uno spot di 22 secondi postato sul social X dal profilo dell'app 'Lisa AI: 90's Yearbook & Avatar', ideata proprio per creare immagini grazie a sofisticati algoritmi e confondere lo spettatore sulla realtà o meno della persona raffigurata.
Anche questa commercializzata senza che l'attrice venisse interpellata: "Non prendiamo queste cose alla leggera e affronteremo il problema con tutti gli strumenti legali a nostra disposizione", aveva detto all'epoca il suo avvocato Kevin Yorn, ottenendo dopo un'ingiunzione il ritiro dello spot. Ironia della sorte, lo scontro era avvenuto durante lo sciopero degli attori, che chiedevano appunto che venisse regolamentato l'uso dell'Intelligenza Artificiale nell'ambito cinematografico.
Andando a ritroso la stessa Johansson aveva scoperto nel 2018 che il suo volto era stato applicato digitalmente su corpi di altre donne in video pornografici. Un rapporto, quello dell'attrice con questa nuova tecnologia, decisamente tormentato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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