Puntuale come una cartella di Equitalia, anche Michela Murgia interviene sullo strike cognitivo scatenato dal debutto di Luca Ricolfi su Repubblica. Il sociologo, già beccato da Gad Lerner e Christian Raimo, ora deve incrociare il fioretto anche con l'inventrice del fascistometro. Ma se i suoi sodali avevano colto la palla al balzo per attaccare la linea editoriale del quotidiano romano, la Murgia prende di petto direttamente Ricolfi.
Scrive in un Tweet: "Leggo Ricolfi su Repubblica e non posso fare a meno di pensare che il clitoride ha 8000 terminazioni nervose, ma ancora non è sensibile quanto un editorialista italiano maschio bianco eterosessuale quando sente minacciato il suo privilegio".
Tralasciando la scelta lessicale come al solito principesca, la Murgia fomenta il suo clan di follower con quel ritornello di aggettivi cadenzati ("italiano maschio bianco eterosessuale privilegio", non potrebbe essere un nuovo tormentone musicale stile "Io sono Giorgia"?) che rappresenta alla perfezione la deriva narrativa del politicamente corretto messa a nudo da Ricolfi.
Ma non solo. Perché la sua reazione è dovuta al fatto che il sociologo la chiama in causa in prima persona, pur senza nominarla. Nel suo articolo "Politicamente corretto, le cinque varianti delle parole", Ricolfi scrive: "La nascita di codici di scrittura 'corretti' procede, anche in Italia, in modo del tutto anarchico, in una Babele di autoproclamati legislatori del linguaggio, che si arrogano il diritto di dirci come dovremmo cambiare il nostro modo di esprimerci, non solo riguardo ai generi ma su qualsiasi cosa che possa offendere o turbare. Università, istituzioni culturali, aziende, compagnie aeree, associazioni LGBT, spesso in disaccordo fra loro, fanno a gara e sfornare codici di parola cui tutti – se non vogliamo essere accusati di sessismo-razzismo-discriminazione – saremmo tenuti a adeguarci".
E chi meglio della Murgia, la sdoganatrice di schwa e di asterischi a neutralizzare il genere delle parole, potrebbe calzare meglio nella definizione di "legislatore del linguaggio"?
In generale, comunque, a Ricolfi è riuscita una tripletta degna del miglior Gigi Riva.
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