D'Annunzio, l'amante. Il sempre focoso amante che sempre volle al proprio fianco la presenza femminile. Compagne, amiche, amanti alle quali inviare parole audaci: "Io riconobbi il gelsomino del vostro collo, le rose rosa della vostra gola, la mirra delle vostre ascelle, il cespuglio di mirto bruciato in agguato tra le vostre cosce, le violette delle vostre braccia, gli iris dei vostri fianchi, le tuberose delle vostre gambe, tutti i narcisi e tutte le giunchiglie che rendono la vostra schiena una collina fiorita, e, infine, la foresta di tutte le essenze che servono i vostri capelli".
Questo brano fa parte di una delle tante lettere che Gabriele D’Annunzio (1863-1938) ha scritto, come rivela La Stampa, ripresa da Dagospia, "alla giornalista Lucila Chitu, conosciuta come Sophie Jules-Brun, che il Vate aveva soprannominato Rodica". Tutta la corrispondenza tra il Vate e "Rodica", come scrive La Stampa, "sarà battuta all’asta lunedì 27 aprile da Cristie’s a Parigi".
Queste lettere "scritte da
D’Annunzio in francese tra il 1914 e il 1916 - firmate Gabri, Gabriel-Ariel e votre Gabri - è proposto con una stima di 5.000 euro ma gli specialisti ipotizzano un prezzo finale molto più alto dato la rarità del carteggio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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