Mauro Corona si cimenta nel genere pulp, dove il protagonisti del suo libro, per provare piacere, deve passare inevitabilmente dalla violenza. Donne strangolate, fanciulle rese irriconoscibili e bambine violentate: questi i caratteri principali di "Nel muro", suo ultimo romanzo.
Dopo aver raccontato la natura, paradossalmente Corona passa al lato uscuro, quello della follia, del buio e della perversione: mette in scena, in modo crudo, le pulsioni che spingono i maschi ad agire, come ha raccontato l'autore a Dagospia. In questo romanzo, "concepito in 15 mesi di psicofarmaci ingollati con boccali di vino o di birra", Corona racconta la crudeltà e la viltà degli uomini che odiano le donne. Lo fa partendo dal ritrovamento di tre mummie, tre donne, che nascondono dietro di sè una storia cupa e macabra.
È la storia di un uomo che, dopo aver fatto l'amore con la donna di turno no rimaneva "nemmeno un minuto o le avrei prese a sberle. Questo mi succedeva. E ancora mi succede, non posso farci niente". Questo odio verso le donne sembra arrivare da lontano, dall'odio che provava per la mamma, che tradita il padre del protagonista con numerosi uomini. E "l'unica soluzione è stare lontano dalle donne, sono la rovina dell'umanita.
E riproducono umanita per seguitare a rovinarla. Nient'altro che questo".Così, Mauro Corona mette in scena le torture e le aggressioni che troppo spesso sono al centro di storie vere, più che di un romanzo.
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