Quante volte vi sarà capitato di sospirare sognando di poter fermare il tempo, magari per godervi un momento particolare. O solo per non invecchiare mai. A meno di poteri magici a noi sconosciuti, nessuno di voi sarà mai riuscito nell’intento di fermare le lancette. Eppure esiste un modo, o meglio un luogo, dove il tempo "si ferma" e l’orologio non ticchetta più.
Due settimane fa abbiamo parlato del tempo, di Einstein e delle intuizioni geniali contenute nella relatività generale. Abbiamo spiegato che il tempo non è un concetto assoluto e che invece scorre a ritmi irregolari. Ora sapete che in montagna l’orologio va più veloce che al mare, dunque ad Aosta si invecchia prima che a Rimini. E più in generale che quando ci si avvicina ad un oggetto di grande massa, maggiore è l’attrazione gravitazionale subita, più lento scorre il tempo (leggi qui). Il distratto titolista però ha commesso un errore di cui voi lettori vi siete ovviamente accorti. Mancanza perdonabile, sia chiaro: in fondo non è un fisico. Ma la svista ci permette di approfondire un dettaglio che nell’ultimo Spazio Curvo avevamo tralasciato.
Il malcapitato titolista, infatti, nel sommario ha scritto che “il tempo accelera a mano a mano che ci si allontana da un oggetto con grande massa". In realtà, come visto, sarebbe stato corretto scrivere che “il tempo scorre più lentamente a mano a mano che ci si avvicina ad una massa”. Direte: cosa cambia? Non è la stessa cosa, solo detta in maniera diversa? Se mi avvicino ad una oggetto di grande massa il tempo rallenta, dunque se mi allontano il tempo accelera. Il ragionamento sembra logico ed è lo stesso fatto dal titolista. Ma è sbagliato.
Il rischio infatti è che formulata la frase in quel modo si potrebbe dedurre che a grandissima distanza da un oggetto massivo, ad esempio nello spazio interstellare, il tempo scorra velocissimo. O meglio ancora, che a distanza infinita da quella massa corra in modo infinitamente veloce. Ma non funziona così. Immaginiamo allora due orologi fluttuare nello spazio interstellare: questi ticchettano alla stessa velocità, o in termini più tecnici sono sincronizzati. Se uno dei due orologi dovesse avvicinarsi ad un oggetto massivo, come una stella o un pianeta, inizierà a battere il tempo in modo diverso, rallentando a mano a mano che si avvicina. A quel punto i due orologi si de-sincronizzano. Se l’orologio che è andato a fare una vacanza vicino ad un pianeta tornasse a fluttuare nella stessa posizione di prima, le sue lancette sarebbero in ritardo rispetto a quelle dell’amico rimasto nello spazio interstellare.
C’è poi un’altra variabile. Più il corpo celeste cui l’orologio si avvicina è massivo, più ticchetterà lentamente fino al caso estremo di un viaggio nei pressi di un buco nero: all’orizzonte degli eventi (la superficie che definisce il buco nero - leggi qui), infatti, il tempo si ferma! Incredibile, no? Se potessimo arrivare all’orizzonte degli eventi, quindi, potremmo fermare il tempo, goderci quel momento particolare e magari non invecchiare mai. Beh, non proprio. Più l’oggetto cui l’orologio viaggiatore si avvicina è massivo, infatti, più intensa è la sua attrazione gravitazionale e quindi più difficile sarà tornare nella posizione di partenza. Per “cavalcare” l’orizzonte degli eventi servirebbero motori in grado di sprigionare un’energia infinita, capace di accelerare l’orologio fino alla velocità della luce.
E questo sappiamo che è impossibile (leggi qui). Il povero orologio lanciato vicino al buco nero sarebbe dunque un orologio perso più che un orologio dell’eterna giovinezza, fagocitato dal buco nero senza possibilità di tornare indietro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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