Guido Mattioni, scrittore sulle strade dell'America

Nell'ultimo romanzo di Guido Mattioni c'è davvero tanto della variegata provincia americana. Ci sono soprattutto cose che a noi italiani risultano difficili da spiegare: tipo la home schooling

Guido Mattioni, scrittore sulle strade dell'America

Lo avevamo lasciato alle prese con il tema della immigrazione clandestina, seppur sulle rive del Rio Grande che segna il confine tra Messico e Usa, tra inferno e paradiso ( Soltanto il cielo non ha confini , 2014), dopo un'incursione nel tema della rielaborazione del lutto, nella cornice di Savannah, Georgia, trasudante storia del grande Sud ( Ascoltavo le maree , 2013). Ora Guido Mattioni, da narratore autentico quale è, si è spinto oltre con la sua nuova prova, a metà tra il romanzo di formazione e quello on the road: Conoscevo un angelo (Ink Edizioni, pagg. 166, euro 14). Il protagonista questa volta è Howard Johnson che, vecchio e su una sedia a rotelle, ricostruisce la storia della sua vita e dipinge un affresco a tinte forti dell'America, osservata attraverso gli occhi stupiti dell'Howard ragazzino dai finestrini della sua motorhome , il camper prodotto dalla leggendaria Winnebago con il quale i suoi genitori piazzisti ed ex-hippie attraversano il paese da un capo all'altro. Winnebago è un marchio che parla di America quasi tanto quanto Coca Cola e Kentucky Fried Chicken, un marchio che compare talvolta pure a sproposito.

In questo romanzo c'è davvero tanto della variegata provincia americana. Ci sono soprattutto cose che a noi italiani risultano difficili da spiegare. Mai sentito parlare di home schooling, per esempio? La pratica genitoriale di tenere i bambini a casa da scuola e di sostituirsi agli insegnanti sarebbe difficile da digerire da queste parti. Negli USA non è la norma, ma di certo non indigna nessuno. E che dire dell'Indian Summer, «quell'autunno che lassù è talmente mite da poterlo battezzare estate», con il tripudio tonale delle latifoglie? Significativa è la stessa analisi della religiosità spiccia ma autentica degli americani, sempre pronti a sbandierare la massima fondante «In God we trust»), che ci credano o meno. Quello in cui non v'è dubbio che credano è la forza di una nazione che, malgrado le sue contraddizioni, sa stare insieme e essere un tutt'uno quando serve.

Che sia la prova matura di un autore che ora non ha davvero più nulla da dimostrare? Considerato che il cronista Mattioni si è trasformato in narratore in età non più verde, è lecito sorridere.

La stessa idea di aprire il romanzo con l'immagine del narratore vecchio e stanco che, dalla sedia a rotelle, conta la rare automobili sulla statale, conferma che Guido Mattioni ha fatto sua la lezione di William Least Heat-Moon e di Raymond Carver.

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