Dalle digressioni sull'arte contemporanea all'invettiva contro il poeta e sceneggiatore francese Jacques Prévert, "uno di cui s'imparano le poesie a scuola" ma che viene definito "imbecille". Dall'elogio a Donald Trump, "un buon presidente", al rimedio contro la "spossatezza d'essere", passando attraverso un'analisi del cinema novecentesco. E ancora, i "colloqui" con molteplici personaggi e il riferimento a Emmanuel Carrere e Neil Young. A prima vista può sembrare un insieme di riflessioni scoordinate tra loro e riunite alla rinfusa. Interventi, l'ultimo libro di Michel Houellebecq, edito in Italia da La Nave di Teseo, è invece un raccoglitore di alcuni tra i più interessanti scritti del noto scrittore francese. Interventi, appunto, che spaziano attraverso svariati temi ma che sono uniti da un minimo comune denominatore: l'attenzione – sia pur in modo corrosivo, controcorrente e dissacrante, tipica di Houellebecq – al mondo in cui viviamo. Un mondo, quello odierno, dove la vita delle persone è scandita da tecnologia e conformismo.
Gli "Interventi" di Houellebecq
"Anche se non voglio essere un "artista impegnato", ho cercato in questi testi di persuadere i miei lettori della validità dei miei punti di vista, qualche volta sul piano politico, ma più spesso su diversi "temi sociali" e sul dibattito letterario", ha spiegato Houellebecq. L'autore ha quindi sottolineato che con questo libro non promette assolutamente di "smetterla di pensare" ma "almeno di smetterla di comunicare i miei pensieri e le mie opinioni, tranne in eventuali casi di grave emergenza morale".
Il volume, uscito in Italia lo scorso 5 ottobre, conta 480 pagine. Si apre con il testo "Jacques Prévert è un imbecille" e si chiude con "Il caso Vincent Lambert non sarebbe dovuto accadere". "Ho cercato di classificare questi "interventi" in ordine cronologico, per quanto ricordassi delle date. L’esistenza almeno apparente del tempo è sempre stata una grande fonte di fastidio per me; ma ci siamo abituati a vedere le cose in questi termini. Per questa volta, quindi, mi adatto", ha aggiunto Houellebecq.
I temi trattati da Houllebecq
Nel libro si parla di "Emmanuel Carrère e il problema del bene", di "Donald Trump è un buon presidente", in uno scritto apparso su Harper's Magazine nel gennaio 2019, e di Neil Young con le sue magnifiche canzoni e il suo percorso musicale che ha qualcosa di maniaco-depressivo. Tra i colloqui spicca quello con lo scrittore e giornalista francese Christian Authier. Troviamo inoltre anche un elogio del cinema muto, "La questione pedofilia" e "Un rimedio alla spossatezza dell'essere". Mentre in "Ho letto per tutta la vita" Houellebecq rivela che a dieci anni si è ritrovato a leggere "Graziella" di Alphonse de Lamartine, e in "Sono normale. Scrittore normale" ricorda la sua prima raccolta di poesie "La ricerca della felicità" e il premio Tristan Tzara.
Curiosità personali sull'autore, dunque, ma anche commenti e analisi a tutto tondo sul presente. Usciti su riviste e giornali francesi, gli interventi stiamo parlando di testi e colloqui inediti in Italia. L'autore de "Le particelle elementari", di "Sottomissione" e di "Annientare" ci racconta, come ha sempre fatto nei suoi libri, il mondo in cui viviamo, ci parla delle letture e visioni che lo raccontano. Con il suo sguardo di osservatore implacabile, lo scrittore e poeta riesce a mettere in moto pensieri che riguardano tutti noi anche attraverso le occasioni più imprevedibili, contingenti e personali.
"Contrariamente alla maggioranza delle persone, non temo la morte, anzi, invecchiando riscopro la mia giovinezza, a lungo dimenticata, e ogni tanto, quando le cose vanno male, mi rifugio
comodamente nel mio lavoro. I miei libri mi garantiscono già una forma d’immortalità", ha dichiarato Houllebecq. I lettori, con "Interventi", potranno invece scoprire uno dei lati più nascosti dell'autore francese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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