Tranquilli, cominciate pure a programmare le vacanze di Natale e il Capodanno! La profezia maya sulla fine del mondo in programma per il 21 dicembre 2012 era una bufala per lo stesso popolo precolombiano accusato ormai da tempo di essere la stirpe più jettatrice della storia dell'umanità. Lo attesta il team di archeologi di archeologi dell'Università di Boston che ha portato alla luce il più antico calendario Maya mai ritrovato finora, che risale a 1200 anni fa. La scoperta «anticipa» di quattro secoli gli almanacchi ritenuti le principali fonti della previsione su un'annunciata e prossima fine del mondo e conferma le teorie di una parte degli esperti, secondo i quali anche se il calendario dei Maya si fosse concluso col 2012, l'antico popolo centroamericano avrebbe ricominciato il conteggio dei giorni in un nuovo almanacco. «È come riavviare il contachilomentri dell'automobile», ha spiegato l'archeologo Anthony Aveni dell'Università Colgate di New York.
L'antico calendario è stato rinvenuto a Xultun, in Guatemala. Il team bostoniano che fa capo al professor William Saturno ha scoperto dentro un antico edificio Maya alcune scritte murali che riportano riferimenti temporali calcolati con l'osservazione delle fasi lunari e dei movimenti di Marte, Venere e Mercurio grazie alle quali è possibile conteggiare migliaia di anni sia nel passato che nel futuro. Il calendario di Xultun si estende per oltre 7.000 anni, superando di gran lunga il 21 dicembre 2012, la data della presunta fine del mondo.
Nella stanza ci sono dipinti che risalgono al nono secondo dopo Cristo (più antichi dei codici conosciuti scritti tra il 1300 e il 1521). Le immagini raffigurano figure umane e cicli lunari e planetari, con i calcoli dei cicli astronomici Maya: il calendario cerimoniale (Tzolkin) di 260 giorni; il calendario solare o Haab di 365 giorni; il ciclo di 584 giorni del pianeta Venere e il ciclo di 780 giorni di Marte. Gran parte della sala è stata danneggiata dai saccheggiatori che nei decenni o forse secoli scorsi hanno frequentato quei luoghi magici per cercare pezzi da rivendere sul mercato nero dell'archeologia, tuttavia numerose figure umane e le annotazioni numeriche dei cicli astronomici si sono conservati molto bene.
«Per la prima volta - osserva Saturno - si arriva a vedere quelle che potrebbero essere le annotazioni tenute da uno scriba, il cui compito era quello di essere il custode dei "documenti" di una comunità Maya». Gli archeologi sottolineano che fra gli obiettivi dei custodi del calendario Maya, doveva esserci la ricerca dell'armonia tra gli eventi del cielo e i rituali sacri e che anche i dipinti scoperti a Xultun potrebbero essere stati realizzati per scopi analoghi.
Ma per tornare a ciò che più preme ai superstiziosi di tutto il pianeta, in nessuno dei reperti ritrovati della stanza picta vi è alcun segno nei calendari Maya che il mondo finisca nel 2012. Ci sono invece indicazioni dalle quali si evince che termina uno dei cicli del calendario.
Per completare gli scavi, ha spiegato Saturno, «sono necessari almeno altri vent'anni, e sono certo che fino ad allora il mondo esisterà ancora». «I simboli scritti dai Maya - conclude l'archeologo di Boston - riflettono una certa visione del mondo.
I risultati delle ultime scoperte archeologiche saranno pubblicate dal numero di giugno delle riviste «National Geographic» e «Science».
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