Sin da piccoli siamo stati abituati ad “usare la testa” in ogni nostra azione. Che sia dal semplice calcolo matematico al comportamento più corretto da avere a scuola o sul posto di lavoro. Siamo però certi che la nostra testa sia la sede di tutte le meraviglie che ci hanno raccontato? Che sia davvero il nostro personale supereroe dai poteri tutti da scoprire? È il quesito che si pone, e spiega, la giornalista e divulgatrice scientifica, oltre che autrice di successo, Annie Murphy Paul nel suo saggio La mente estesa - Pensare meglio smettendo di usare solo il cervello (Roi Edizioni), che presenta per la prima volta tutte insieme le scoperte di neuroscienziati, cognitivisti e psicologi, che hanno dato il proprio contributo al concetto di mente estesa.
Cosa significa questo concetto? La nostra mente non risiede unicamente nell’universo neurale (ovvero nei nostri neuroni) contenuti e delimitati dal cervello. L’essenza di pensieri, creatività, emozioni e desideri si allarga verso le altre persone, dando forma alle relazioni sociali, alla cultura, al linguaggio, alla tecnologia. Un concetto che può sembrare complicato da comprendere, ma molto semplice da attuare. Da sempre siamo stati bombardati da consigli di illustri psicologi che hanno cristallizzato il processo cognitivo come principalmente risultato di una reazione biochimica. Ovvero, riceviamo uno stimolo, lo elaboriamo con quel meraviglioso organo che è il cervello e infine emettiamo una risposta (comportamento, ndr).
Questo approccio piuttosto materialistico non accetta l’idea che la mente superi i confini della testa. "La nostra cultura insiste sul fatto che il cervello è l'unico luogo del pensiero, uno spazio isolato in cui avviene la cognizione. Questo libro sostiene il contrario. La mente costruisce i nostri processi di pensiero dalle risorse disponibili al di fuori del cervello. Queste risorse includono i sentimenti e movimenti dei nostri corpi; gli spazi fisici in cui impariamo e lavoriamo; e le altre menti con cui interagiamo: i nostri compagni di classe, colleghi, insegnanti, supervisori, amici”. Racconta invece Annie Murphy nel suo rivoluzionario libro, che offre un modo radicalmente nuovo di guardare al funzionamento della nostra mente, riportando esempi e storie di artisti, scienziati e autori che hanno usato l’intelligenza estesa, per risolvere problemi complessi, fare nuove scoperte e creare lavori unici.
La soluzione che appare evidente nella lettura è quella di coinvolgere anche le nostre risorse extraneurali per essere in grado di concentrarci più intensamente, di creare in modo più fantasioso e di produrre idee altrimenti impensabili. E questo è un concetto estremamente importante per rivoluzionare quello che la nostra società ci ha sempre insegnato, ovvero “che alcune persone siano in grado di pensare in modo più intelligente di altre, perché banalmente sono più intelligenti di altre". Ma la ricerca dedicata alla mente estesa ha invece una spiegazione differente: "Alcune persone possono pensare in modo più intelligente, perché sono maggiormente in grado di estendere le loro menti. Forse perché hanno maggiore consapevolezza di come funziona, la loro estensione”.
Ma non soltanto. Per spiegare in maniera più chiara, nel libro vengono presi esempi concreti. Come quelli dei trader della finanza di Wall Street, che raccolgono sottili segnali corporei per guidare le loro decisioni. Oppure quelli di famosi artisti e scienziati che sfruttano il loro ambiente per essere creativi o risolvere problemi, fino all’esempio degli studenti di fisica che sviluppano modi di pensare veramente innovativi attraverso l'interazione con altri studenti. "Possiamo andare al di là dei nostri limiti", scrive Annie Murphy Paul, "non aumentando 'i giri' dei nostri cervelli come se fossero delle macchine, né potenziandoli come se fossero muscoli, bensì distribuendo nel nostro mondo oggetti e materiali che ci arricchiscono, per poi 'intrecciarli' nei nostri pensieri".
Banalmente quindi è importante imparare ad ascoltarci, a riconoscere i segnali che costantemente vengono inviati sia dal nostro corpo che da stimoli esterni. E non è così difficile, perché nostri sensi sono sempre attivi e ricevono una marea di dati che non entrano mai nella nostra coscienza. Questo non significa però che vadano persi.
Vengono elaborati inconsciamente dal nostro cervello, e quando la nostra mente subconscia nota degli schemi, il nostro corpo ci avverte attraverso delle sensazioni generate nei nostri organi, ossa e muscoli. Un saggio consigliato davvero a tutti che apre nuove visioni e potenzia le nostre azioni di esseri umani, ridando dignità, verrebbe da dire, ai nostri sensi spesso sottovalutati e rimasti inascoltati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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