Quel piano inclinato che annienta la vita

Annientare, l'ultimo romanzo di Houellebecq, non è semplicemente un libro sulla morte. È soprattutto un'indagine sul livello di dignità che rende la vita di ognuno di noi vivibile

Quel piano inclinato che annienta la vita

Personalmente è da un po' di tempo che, la vita o, meglio, la morte, la vedo come un'interrogazione a cui nessuno si presenta del tutto preparato. Il nome del malcapitato viene tirato a sorte. Il cammino è rettilineo accidentato dove è sempre possibile cadere. Impossibile sapere quando, come e perché. A Paul, per esempio, quel saporaccio in bocca avrebbe dovuto dire qualcosa da tempo. Invece ha procrastinato per settimane, forse mesi, la visita dal dentista. Non trovava mai il tempo per fissarla: il lavoro al ministero, il dossier su un misterioso gruppo terroristico digitale, la malattia del padre. Sapeva che c'era qualcosa che non andava e che probabilmente sarebbero dovuti intervenire chirurgicamente. Quello che invece non poteva sapere era che non camminava più lungo il rettilineo già da tempo, che era troppo tardi per tornare indietro, che sarebbe scivolato fino alla fine del piano inclinato.

Paul Raison è il protagonista di Annientare, l'ultimo romanzo di Michel Houellebecq uscito lo scorso gennaio per La Nave di Teseo. Un romanzo duro, come solo la vita sa essere, e crudo, come solo la morte sa essere. Per oltre settecento pagine il lettore viene portato a spasso nel saliscendi della vita di Paul e delle persone che gli stanno intorno. Una di queste è Bruno Juge, ministro dell'Economia di cui Paul è capo di gabinetto. Sono due vite molto simili, totalmente assorbite dal lavoro e alle prese con matrimoni fallimentari. Ma, mentre la sicurezza nazionale viene minata da una oscura cellula terroristica, le strade dei due prendono direzioni diverse che portano Bruno a correre per le presidenziali e Paul a battersi perché il padre colpito da un ictus non venga abbandonato in una struttura per anziani.

È in questo cammino accanto al padre che Paul ritrova la moglie, Prudence. Ne ritrova la dolcezza, il contatto sessuale e, infine, l'amore. Ma proprio quando tutto sembra allinearsi come dovrebbe ecco la caduta inattesa. Arriva quando il lettore ha ormai divorato diverse centinaia di pagine, quando crede di aver chiuso il cerchio con tutte le storie aperte all'inizio del romanzo e gli manca giusto di capire chi c'è dietro l'ondata di attentati terroristici. In realtà a Houellebecq non interessa rispondere a questa domanda. La lascia in sospeso.

La narrazione subisce una brusca rottura che mette Paul davanti a una scelta difficilissima. Scelta che, come quando si trattò di liberare il padre dalla struttura per anziani, apre un dibattito insolvibile sul diritto a vivere degnamente. Un giudizio fortemente soggettivo sul baratro della morte.

Annientare

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