Dal rigattiere di parole: Bazzoffia

La parola è medievale ed è rimasta in uso nell'Italia centrale dove, in questi anni immolati alla cucina, è stata rilanciata con ricette tradizionali di zuppe e con sagre paesane

Dal rigattiere di parole: Bazzoffia

“Vivanda o minestrone abbondante e grossolano” per il Treccani, mentre il Tommaseo precisa: “Non solo minestra, ma quantità indigesta di checchessia”. La parola è medievale ed è rimasta in uso nell'Italia centrale dove, in questi anni immolati alla cucina, è stata rilanciata con ricette tradizionali di zuppe e con sagre paesane.

Deriva dallo spagnolo bazofia, che indica i rifiuti, gli avanzi del piatto, cose disgustose. Il Pianigiani va più in dettaglio: “Vivanda quasi liquida composta di cose rozze e molto abbondante che altrimenti direbbesi Beverone o Broda”. E' interessante la liaison con il termine francese Arlequin, citato da Eugène Sue nei Misteri di Parigi. “L'Arlequin – nota il traduttore Mercello Militello – è un piatto di carne, pesce, e di tutti gli avanzi di tavola dei domestici delle famiglie abbienti”. Arlequin è la traduzione di Arlecchino, e il riferimento multicolore è intuitivo (e se il menù di un ristorante ci proponesse oggi un Arlecchino di frutta per dire una macedonia, o un Arlecchino di verdure per indicare un'insalata mista, non potremmo che rallegrarci per l'eleganza della scelta linguistica).

La faccenda degli avanzi non è, ovviamente, solo francese, ed è ben descritta da Raffaello Barbiera nel suo contributo al volume “Milano nella sua vita, nell'arte, nei suoi costumi e nell'industria”. A costo di annoiare il lettore, riportiamo alcuni passi che inducono a riflettere sui giganteschi progressi fatti dal benessere. Siamo nel 1896. Racconta Barbiera: “I cuochi, i domestici delle grandi case raccolgono i rilievi delle tavole, gli avanzi delle cucine e li vendono per poco a rivenditori, i quali, specialmente nei punti estremi della città, aprono ombrelle protettrici sopra quelle briciole d'Epuloni e le somministrano ai popolani. E' il popolo minuto quello che consuma gli avanzi delle mense de' ricchi, i ritagli delle carni, i frusti delle cucine, i manicaretti e le confetterie dei pasticcieri: esso ha persino i suoi sorbetti, ed ecco perché, corre il proverbio pel quale il mangiar bene si denomina 'mangiar da pitocco'”. Anche questa era Milano (solo) 118 anni fa.

Tornando a Bazzoffia (che ha una sua variante in Basoffia), il termine possiede anche significati figurati: quantità di roba in disordine; cosa noiosa, lunga, disordinata; componimento lungo e confuso; tiritera.

Solo il Pianigiani lo estende alle persone: “In scherno dicesi a Femmina grezza, contegnosa e vana. Applicato ad uomo si usa più comunemente dire Basoffione, che vale anche Divoratore”. E il verbo Sbasoffiare, una rarità, vuol dire infatti mangiare avidamente, divorare.

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