Non è infrequente imbattersi nell'espressione “una ridda di voci...”, nella quale l'immagine del susseguirsi e sovrapporsi di diverse opinioni è intuibile a tutti.
Poco conosciuto invece il termine “ridda” in sè, che indica una danza medievale. Lo Zingarelli la definisce “Antico ballo in cui le persone girano velocemente tenendosi per mano e cantando”. Come secondo significato, appunto, “moto disordinato e convulso di cose o persone intorno a qualcosa”. Come esempi cita “una ridda di automobili, una ridda di ammiratori”, frasi che fanno un po' sorridere: oggi si preferisce un ingorgo o una folla. Già nell'Ottocento la parola “nel senso proprio è fuor d'uso” avvertivano Rigutini e Fanfani, secondo i quali veniva ormai utilizzata con riferimento a spiriti maligni o a disordini infernali. Solo in tempi relativamente recenti, quindi, ha assunto il suo valore di metafora abbinata all'alimentarsi di notizie incontrollate.
Per il Cardinali sono sinonimi di “ridda” “rigoletto” (Rigoletto! Che sorpresa!), “ballo tondo, riddone”, e “caribo” (Manuzzi), ovvero “canzone a ballo, ma anche modo, modello, forma”, parola quest'ultima scomparsa e che oggi sembra l'acronimo di una banca.
“Ridda di voci”, che pur con una sua eleganza rientra nell'ampia famiglia dei luoghi comuni, è parente stretto di “valzer di poltrone” e di “balletto di cifre”, altre espressioni in uso nelle semplificazioni giornalistiche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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