Storia militare, recuperata nelle acque della Manica l'ultima «Matita volante»

Si tratta di un bombardiere Dornier Do 17, del quale non esistono altri esemplari, abbattuto nel 1940 durante la Battaglia d'Inghilterra e rimasto sotto la sabbia di una secca al largo del Kent. Sarà restaurato ed esposto al museo della Raf di Londra

Sono iniziate le operazioni per riportare a galla un bombardiere tedesco inabissatosi nella Manica durante la Seconda guerra mondiale: lo ha reso noto il museo londinese della Royal Air Force, secondo il quale si tratta della più importante operazione di recupero di questo genere nelle acque del Regno Unito. L'esemplare del Dornier Do-17 Z venne abbattuto nel 1940 durante la Battaglia d'Inghilterra, l'offensiva aerea della Luftwaffe sulla Gran Bretagna che doveva preparare la mai avvenuta invasione terrestre, e si trova a una quindicina di metri di profondità al largo delle coste del Kent. Il relitto era stato scoperto nel 2008 da alcuni sommozzatori in una secca chiamata Goodwin Sands e secondo i rilievi effettuati si trova in un ottimo stato di conservazione. Ispezioni con il sonar - scrive il sito della Bbc - hanno evidenziato infatti che la fusoliera e le ali sono integre, che i pneumatici dei carrelli sono ancora gonfi e che le eliche del bimotore mostrano i danni dell'impatto in mare dell'aereo.
Le operazioni di recupero dovrebbero essere ultimate in circa tre settimane. Sommozzatori sono al lavoro per costruire una piattaforma e una «gabbia» di tubi metallici attorno ai resti del velivolo, per evitare che si spezzi durante il sollevamento in superficie e il trasporto. L'aereo verrà poi restaurato ed esposto al Museo della Raf, cosa che regalerà alla prestigiosa istituzione storica un altro record: in tutto il mondo, infatti, del Dornier 17 non esiste alcun esemplare esposto al pubblico. Il velivolo, soprannominato «Matita volante» («Fliegender Bleistift» in tedesco) per la sua linea snella e allungata, era un bombardiere bimotore leggero e veloce, ideale per raid a sorpresa e teoricamente capace, grazie alla sua linea sottile, alle sue manovrabilità e velocità e all'armamento di difesa, di essere meno vulnerabile ai caccia e alla contraerea nemici rispetto ai bombardieri pesanti, come gli Heinkel o Junkers.
Come si diceva, la riuscita dell'offensiva aerea tedesca, lanciata nell'estate del 1940 e durata oltre due mesi, doveva essere la condizione necessaria per l'avvio dell'operazione «Leone Marino», l'invasione attraverso la Manica. L'obbiettivo fondamentale era la distruzione a terra dei caccia britannici, in un momento in cui la Raf era piuttosto a corto sia di apparecchi sia, soprattutto, di piloti, molti ancora in addestramento (fra cui numerosi ex ufficiali dell'aeronautica polacca). Ma la Luftwaffe, al contrario delle aviazioni di Paesi come Regno Unito e Stati Uniti, non aveva a disposizione alcun bombardiere pesante adatto a questo genere di missioni e in tutto il conflitto schierò un solo quadrimotore, il Fw 200 «Condor», utilizzato come apparecchio da trasporto e ricognizione. E quelli sui quali poteva contare erano insufficientemente armati.

La Luftwaffe non riuscì quindi a spezzare al superiorità aerea della Raf, favorita anche dall'utilizzo del radar, e soffrì gravissime perdite: l'esito dell'offensiva convinse definitivamente Hitler a cambiare i suoi piani dando la priorità alla «Operazione Barbarossa», l'attacco contro l'Unione Sovietica poi lanciato nel 1941.

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