Roma - «Anche i ricchi piangono», come nella telenovela messicana (poi citata da Rifondazione in un manifesto diventato celebre). O almeno tirano la cinghia.
Non che Massimo D’Alema sia poi un vero ricco (non gli toccherà neanche pagare l’obolo di solidarietà per gli over 300mila euro testè infilato nella manovra), ma sicuramente possiede uno dei tipici simboli del benessere sociale: uno yacht a vela da 18 metri. Ancora per poco, però: come rivelato ieri dal Messaggero l’ex premier, sia pur con le lacrime agli occhi, ha messo in vendita l’amato Ikarus II, varato nel 2002 dal cantiere Stella Polare di Fiumicino. Non può più permetterselo. O almeno non se vuole continuare a coltivare la sua ultima passione, quella per il vino. Anzi, per la produzione enologica di qualità.
A metterlo davanti all’aut aut sarebbe stata la moglie, Linda Giuva: «Non possiamo permetterci sia la barca che l’azienda agricola», quei 15 ettari in Umbria, vicino Narni, che D’Alema ha intestato ai figli Giulia e Francesco e dove l’altr’anno ha fatto piantare filari di Cabernet Franc e Pinot per produrre vino, con la consulenza di Riccardo Cotarella, enologo di fama mondiale che ha lavorato anche per George Clooney e - manco a farlo apposta - per Silvio Berlusconi.
Come sempre quando si tratta delle scelte dalemiane, Bicamerale o scarpe che siano, la storia del vigneto ha creato scalpore e polemiche. Ad esempio sui contributi Ue - 57mila euro nel 2010 - ricevuti dalla società La Madeleine (nostalgica evocazione proustiana?) intestata ai due D’Alema junior. Ma anche sui passaggi di proprietà dell’azienda agricola, attorno ai quali sono stati evocati i nomi di personaggi finiti in varie inchieste: da Vincenzo Morichini (l’imprenditore già socio di D’Alema in Ikarus I, oggi indagato per corruzione) ad Adolfo Orsini, amministratore unico dell’Agenzia regionale umbra per lo sviluppo agricolo, all’avvocato fiscalista Sergio Melpignano, padrone de La Madeleine prima dei D’Alema.
L’ex premier ha querelato chi ne ha scritto: «Malcostume e aggressione nei confronti miei e della mia famiglia». E sulla scelta georgica del podere in Umbria spiega: «Abbiamo fatto un investimento, contraendo un mutuo assai impegnativo, per avviare una piccola attività agricola per i nostri figli. Lo abbiamo fatto nel rispetto di tutte le norme ed anzi contribuendo a risanare un’area inquinata dall’amianto e dal cemento. Mi pare una decisione che dovrebbe essere considerata un atto d’amore verso questa regione».
Per far fronte agli oneri del mutuo, ora Ikarus è in vendita.
Sull’ultimo numero della rivista specialistica Nautica è già pubblicato l’annuncio: «Vendesi Ikarus sloop di 60 piedi, disegnato da Roberto Starkel, costruzione in lamellare di mogano e carbonio in resina epossidica. Piano velico semifrazionato con albero in carbonio.
Pluripremiata imbarcazione per lunghe crociere veloci. Coperta in teak, attrezzature Harken con winch elettrici. Interni in ciliegio con 4 cabine, 3 bagni». Il prezzo? Si conosce solo la cifra per cui la barca è assicurata: 750mila euro. Si attendono offerte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.